VERSO LE ELEZIONI

“Non restare a guardare”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla campagna elettorale che porterà alle elezioni politiche del 24-25 febbraio. “Alle soglie del periodo elettorale – osserva Giuseppe Lonia, direttore della Scintilla (Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela) – è tempo di pensare seriamente, come cristiani, a chi stiamo affidando il governo del Paese. (…) È necessario allora fermarsi e interrogarsi, riflettere e fare discernimento”. In questi giorni di campagna elettorale, nota Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “la famiglia resta al palo, i giovani vengono usati come vetrina, le politiche demografiche sono finite nel dimenticatoio. Si discute solo di riduzione delle tasse, come se i debiti che abbiamo accumulato fossero affare di un tempo morto e sepolto”. “Ma chi pensa alle riforme?”, incalza l’Eco del Chisone (Pinerolo). Per Giovanni Barbieri, direttore del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), “i temi da mettere in agenda, come ora si usa dire, non sono pochi. È necessario uno scatto di ‘corresponsabilità’, ma anche di dignità. Nell’agenda andrebbero inseriti anche concetti come responsabilità, equità, sobrietà, solidarietà. Ma non dovrebbero essere soltanto parole”. Nel “cammino verso le elezioni”, Pietro Pompei, direttore dell’Ancora (San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), propone “una prima riflessione sull’importanza della comunicazione oggi e su come vengono veicolate tutte le notizie che alla fine determinano il nostro voto”, evidenziando l’importanza di “un particolare discernimento”. La Cittadella (Mantova), soffermandosi sulla “crisi” e sulle “scelte”, auspica “un Paese che sceglie l’assunzione di responsabilità come principio ispiratore, a partire dalla classe dirigente per arrivare alla vita quotidiana di tutti i cittadini”. Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), invita a “partecipare al voto, privilegiando la razionalità sull’emotività mediatica, scegliendo fra le varie opzioni quelle che riteniamo più affidabili”. Per Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “sta a tutti noi farci un’idea precisa di quel che riteniamo il ‘meglio’ per la nazione in questo delicato frangente, indagando e dibattendo; scegliendo poi, pronti sempre a rispettare democraticamente la scelta altrui”. Giuseppe Lombardo, direttore di Cammino (Siracusa), ricorda che “ogni cittadino ha la possibilità, col voto, di cambiare il volto del Paese, a condizione, però, che rifletta sul peso e sull’importanza del proprio voto”. Mario Cascone, direttore di Insieme (Ragusa), indica nella “solidarietà”, nella “sussidiarietà”, nell’“attenzione alle fasce deboli della società”, nella “centralità della famiglia” e nella “salvaguardia della dignità della persona”, alcune “tematiche”, tra le altre, “su cui chiediamo ai nostri uomini politici di scommettersi e su cui li giudicheremo”. Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), denuncia “una debolezza strutturale nelle culture di questo Paese, poco propense a impegnarsi davvero per difendere quel pacchetto di valori (e comportamenti) ‘irrinunciabili’ che sono, anch’essi, la sostanza della democrazia”. Dei “valori irrinunciabili” parla anche mons. Claudio Stagni, vescovo di Faenza-Modigliana, nell’editoriale del Piccolo, il settimanale diocesano. “Il cattolico impegnato in politica in uno schieramento che contraddice nei suoi programmi qualcuno di questi principi – dice il vescovo -, quando si tratta di votare deve seguire la sua coscienza e non lo schieramento”. Anche il Ticino (Pavia) pubblica u…

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