VERITA’, DIGNITA’, FELICITA’ E SALUTE

Carlo Cammoranesi, direttore di Frontiera (Rieti), si occupa di“una recente ricerca, condotta da psicologi dell’Università di Harvard”, sulla felicità. Certo, osserva Cammoranesi, “la felicità è per il presente, per l’oggi, per l’adesso, ma con un senso annodato alle dimensioni del tempo. Ovvero guardare all’origine, ad un ieri che c’è, e per forza di cose, alla prospettiva, ad un domani per quello stimolo in più da mettere dentro l’atto odierno”. “Se l’uguaglianza è una delle grandi aspirazioni dell’umanità di sempre e in particolare dell’umanità di oggi – dichiara Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia) – dobbiamo dire che noi stiamo camminando controcorrente, distanziandoci sempre di più dal modello di quella società giusta e rispettosa che l’uomo desidera nel profondo del suo animo”. “Oggi il disagio psichico è spesso diffuso in maniera subdola”: perciò Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Libertà (Fossano), ricorda che “domenica 5 dicembre sarà Giornata nazionale della salute mentale. Un’occasione per prendere coscienza che sulla frontiera della malattia mentale, in tutte le sue forme, c’è bisogno di tutti, del medico e dello specialista, ma anche del volontario, del familiare, dell’amico, dell’operatore sociale, dell’animatore, di chi sa far comunicare, di chi sa far sperimentare, di chi porta a teatro (in scena e in platea), a far musica, a far sport, fino a… scrivere poesie”. La dignità è messa in pericolo anche dalla difficoltà di trovare lavoro, ma, secondo Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), anche se “di fronte a tante situazioni mancano le risposte; certo, non si può stare a guardare. A cominciare da chi ha responsabilità politiche, ma senza escludere ciascuno di noi. C’è la crisi, è vero, ma non dev’essere un alibi per non investire e per tirare i remi in barca”. “Dalla cultura dominante del nostro tempo la morte di Mario Monicelli è stata salutata come grande gesto di uno che aveva trovato una ‘sua’ verità, non solo da rispettare, ma soprattutto da additare quasi come esempio”, rileva Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), ma “non possiamo fare a meno di sottolineare che quella ‘sua’ verità, che per molti è stata salutata con entusiasmo, in realtà è stata solo la purtroppo triste conferma che, nella sua vita, non ha saputo trovare l’unica ‘verità’”, perciò l’ultimo ciak della sua vita “glielo riserverà sorprendentemente il Signore”.
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