TERREMOTO

“Sgomento, dolore e ancora tanta paura”. Sono i sentimenti che accomunano molti editoriali dedicati al terremoto che, il 29 maggio, ha nuovamente colpito l’Emilia Romagna. “Purtroppo – scrive Luigi Lamma, direttore di Notizie (Carpi) in un editoriale rilanciato dal Sir e ripreso da molte testate tra cui la Vita Cattolica (Udine) – si contano delle vittime sotto il crollo di chiese, fabbriche e abitazioni. Tra queste il vescovo monsignor Francesco Cavina e la diocesi di Carpi piangono un sacerdote, don Ivan Martini, parroco della parrocchia di Santa Caterina, a Rovereto sulla Secchia, comune di Novi di Modena. Don Ivan è stato sorpreso dalla scossa delle ore 9 all’interno della chiesa parrocchiale mentre con un vigile del fuoco effettuava un sopraluogo probabilmente anche con l’intento di mettere al sicuro qualche opera o oggetto di valore”. Massimo Manservigi, direttore della Voce di Ferrara-Comacchio, racconta il terremoto “vissuto in redazione” mentre concludeva l’impaginazione dell’ultimo numero del giornale. “Purtroppo – annota Manservigi – ci sono altri morti e le mie mani vorrebbero smettere di scrivere, ma è necessario che raccontiamo i fatti, perché i giornalisti non devono abbassare l’attenzione su coloro che stanno subendo le peggiori conseguenze di queste scosse”. La “nuova scossa”, “di entità e durata paragonabili a quelle del 20 maggio”, dice Paolo Seghedoni, vicedirettore di Nostro Tempo (Modena-Nonantola), “rappresenta davvero una mazzata, prima di tutto per i morti (‘piangiamo le pietre e non i morti’, affermava alla veglia di Pentecoste il cappellano di Finale Emilia don Roberto, ora purtroppo piangiamo anche tante vite spezzate, soprattutto persone tornate al lavoro proprio tra lunedì e martedì), ma anche per la paura di non riuscire a ripartire, a rialzarsi”. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), alla luce dell’esperienza del terremoto del 1980 in Irpinia, invita a “prevenire” il crollo degli edifici, che causa tante morti: “Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile la messa in sicurezza anche di edifici secolari”. Il Corriere Eusebiano (Vercelli) pubblica una nota di don Osvaldo Carlino, direttore della Caritas diocesana, in cui fa sapere che “tutti noi, come Caritas, diocesi e singoli cristiani, vogliamo, ancora una volta, farci prossimo di chi ha perso l’accogliente sicurezza della casa e con essa la speranza”.

 
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