TEMI SOCIO-CULTURALI ED ECCLESIALI

Sui settimanali, infine, alcune riflessioni su temi socio-culturali, ecclesiali e locali. La Cittadella (Mantova) interviene nel dibattito sugli edifici religiosi, in particolare le Moschee. Commentando le diverse posizioni tra chi si dice favorevole e chi contrario, il settimanale lombardo rileva che “appare difficile credere che si possa aiutare la diffusione della libertà religiosa dove essa è carente tramite la restrizione delle stesse libertà nei Paesi come il nostro dove sono adeguatamente tutelate. ‘Io voglio invitarti ad essere più tollerante in casa tua e, per convincerti di ciò, sono meno tollerante io stesso in casa mia!’ Decisamente è uno schema che non regge, prima di tutto di fronte al buon senso umano, oltre che essere abbastanza indifendibile di fronte ad una lettura minimamente approfondita del Nuovo Testamento”. Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia), offre ai lettori una “meditazione sulla morte”. Questa, scrive, “è la vera misura della vita, la quale percorre contemporaneamente due curve esistenziali e contemporanee: la curva della vita e quella della morte. La fine non viene portata dall’esterno, ma sta già nascosta e operante dentro la vita. (…) Riflessioni, queste, di carattere umano, quasi filosofico, che anche il cristiano non può non fare sue. Egli però ha una marcia in più, perché porta con sé il segreto della speranza e alla più tragica realtà della vita può riguardare con occhi diversi. In Cristo la morte può diventare anche bella, perché segna l’ingresso nella vita definitiva eternamente felice”. Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), denuncia “lo smantellamento delle piccole banche del Sud” con cui viene ad “accentuarsi” quella “frattura ormai insanabile tra un Nord sviluppato e Sud sempre più povero”. Recentemente, racconta Rabita, “mi è capitato di chiedere un modico contributo per l’acquisto di materiale necessario per arredare una chiesa a 16 Fondazioni bancarie diverse dal Lazio in su (in Sicilia c’è solo la Fondazione Banco di Sicilia). La risposta è stata 16 volte la stessa (hanno risposto tutte): ‘Possiamo concedere fondi solo per attività ed enti che operano nel territorio in cui ha sede la banca’. Dunque significa che per noi non c’è nulla, nemmeno gli avanzi…”. Michele Murgia, direttore di Libertà (Sassari), si sofferma sugli “articoli” e sulle “lettere inviate recentemente alle redazioni di quotidiani locali e nazionali: uno dei temi su cui da più parti si manifesta la necessità di un confronto è l’identità del sacerdote, o meglio alcuni aspetti del ministero ordinato, e la sua fedeltà alla missione ricevuta: la carità pastorale, l’abito ecclesiastico, lo ‘stile’ liturgico, l’impegno sociale, la vita spirituale, la disciplina canonica, l’integrità morale”. Nello scorso numero del giornale, ricorda Murgia, “abbiamo reso noto il pensiero dell’arcivescovo su alcune emergenze: in virtù del proprio incarico, chi altri può fornire letture e osservazioni appropriate sulla diocesi o i preti?”. Nella Chiesa, conclude, “la ministerialità diffusa prevede che ad ogni fedele sia riconosciuto il diritto/dovere di contribuire attivamente alla vita del Corpo mistico di Cristo… sempre nell’alveo di precise responsabilità”.
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