TARIFFE POSTALI
Con fermezza e dignità

“Si può cercare di essere ottimisti” ma “la realtà pone non poche preoccupazioni”. Continuano gli interventi dei direttori dei 187 settimanali cattolici aderenti alla Fisc (la Federazione che li raggruppa), sul “decreto che, da un giorno all’altro, senza preavviso, ha eliminato le agevolazioni postali per giornali, periodici e libri”, aumentando considerevolmente i costi di spedizione. Il riferimento è al decreto ministeriale del 30 marzo 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 marzo, in base al quale vengono soppresse le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. Il decreto è in vigore dal 1° aprile. Da quel giorno, la Fisc si è fatta promotrice di diversi incontri, a Roma, tra Poste Italiane, Editori e Governo. “Incontri – dice il presidente della Federazione, Giorgio Zucchelli – che dovrebbero riprendere a breve. Credo si sia capito che bisogna sciogliere qualche nodo”. Nel frattempo proseguono i contatti della Fisc con i tre interlocutori con la determinazione di fare concreti passi avanti. Fin dal 2 aprile il SIR ha dato “voce” alle “preoccupazioni” di diversi direttori delle testate Fisc, documentando anche il lavoro svolto dalla stessa Federazione. C’è un “filo” che lega i diversi pensieri e che può essere sintetizzato in questi termini: “Nella denuncia di una situazione divenuta insostenibile si esprime il grande senso di responsabilità, la fermezza e la dignità che da sempre distinguono le prese di posizione dei settimanali della Fisc ed evidenziano la sua capacità di guardare al futuro con coraggio e intelligenza”. Ripercorriamo il “cammino” compiuto fino ad oggi, riproponendo una rassegna degli editoriali dei settimanali e delle note della Fisc.
 
25 luglio. “A tutt’oggi – scrive Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova) – tutto è fermo. Nessuno ne parla più. Dove sono i nostri parlamentari, dov’è il governo che si era impegnato a trovare una soluzione?”. Come giornale, assicura, “non smetteremo di alzare la voce: se questo è un delitto mediatico, non abbiamo alcuna intenzione di esserne le vittime passive”. Per Giovanni Barbieri, vicedirettore del Corriere Apuano (Massa Carrara – Pontremoli), “si può cercare di essere ottimisti, non costa nulla. La realtà pone non poche preoccupazioni”. Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), unisce all’augurio di “buone vacanze” la “preoccupazione” per la situazione attuale. “Dobbiamo dirci chiaramente – afferma Bonatti – che, se non si troverà una qualche soluzione seria e concreta, non assistenzialistica e clientelare, l’anno prossimo potremmo non essere più qui ad augurarci buone vacanze. O almeno, non esserci più tutti”. Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), ribadisce che “chi è voce del territorio non può venire meno, ne va della democrazia. Lo dico perché credo in un’informazione corretta e rispettosa che, pur con i nostri limiti, cerchiamo ogni settimana di fare con fede, lealtà e coraggio. Lo dico anche a nome dei colleghi della Fisc, perché si apra davvero un qualche spiraglio”.
 
16 luglio. “La scorsa settimana – testimonia Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – al nostro giornale non abbiamo avuto bisogno di scioperare (il riferimento è alla giornata del silenzio dell’informazione promossa dalla Fnsi lo scorso 9 luglio, ndr): non siamo proprio usciti, come annunciato da tempo, a motivo dell’incremento delle tariffe postali. (…) È un periodo di grande sofferenza per tutti noi, ma anche per i nostri lettori. (…) Siamo costretti a tagliare numeri e a ridurre la foliazione, con grave danno per la libertà di stampa del nostro territo…

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