STRAGI IN NORVEGIA

“Il terribile massacro di Oslo e dell’isola di Utoya non è solo un dramma nazionale di quel Paese: è dramma dell’Occidente, in quanto porta in luce un’anima nera e violenta che, nutrita di integralismo, nazionalismo e xenofobia, vive sotterranea nelle viscere di un mondo che ha perso i valori fondamentali anzitutto del cristianesimo e, inoltre, di quell’umanesimo che è frutto della lunga storia della cultura europea”, evidenzia Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona). Di fronte agli attentati in Norvegia, alla carestia in Somalia, alla morte dei nostri soldati in Afghanistan, Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), scrive: “L’atomo opaco del male non è l’ultima parola. Gesù Cristo ha assunto su di sé il peccato, la lordura umana di ogni genere, e ci ha aperto l’unica possibilità vera di giustizia e di salvezza. Ha proposto il cambiamento del cuore umano, che è l’unica vera soluzione ai tremendi problemi di oggi”. In Norvegia, osserva Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), “le chiese sono vuote e non si avverte la necessità di pregare perché tutto è perfetto, tutto è progredito nella forma migliore”, ma “abbiamo visto in occasione della terribile strage che ha sconvolto questo Paese ‘perfetto’, riunirsi tantissima gente in chiesa e sulla piazza circostante ad Oslo e i pastori della Chiesa evangelico-luterana indossare gli abiti dei riti e della preghiera. Non si può non osservare questi aspetti perché risaltano agli occhi e fanno pensare che l’uomo, questo povero uomo di sempre, ha la necessità in certi momenti, quando si sente perduto, di rivolgersi a qualcuno che sia lì in attesa da tempo, qualcuno che abbia la possibilità di donare un aiuto e una forza che inaspettatamente l’uomo scopre di non possedere”. Per Emilio Pastomerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), per le stragi in Norvegia “la parola chiave” è “individualismo”. Così “può succedere che uno si costruisca una propria cellula terroristica in casa propria. Basta un computer, un po’ di dimestichezza tecnologica e libera possibilità di acquistare armi, come uno è libero di acquistare droga”.
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