STILI DI VITA

“Per invertire la rotta è necessario un grande cambiamento mentale che consiste nel cercare la felicità principalmente nelle relazioni umane autentiche, nella famiglia, nelle comunità”, sostiene Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), per il quale è “difficile aspettarci questo cambiamento dall’azione dei nostri governi, anche se sarebbe loro compito. Essi sono mossi da visioni ristrette che non vanno oltre le prossime elezioni. La rivoluzione deve partire dal basso, da noi. Da un radicale cambiamento dei nostri stili di vita”. “L’attuale crisi pone poi questioni molto concrete alle quali siamo chiamati a dare una risposta”, sottolinea Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), per il quale “questa è una grande opportunità per ripensare i nostri stili di vita rendendoli sempre più sostenibili e sobri”. “L’Occidente, non il mondo, con i suoi elevatissimi standard di vita è ora in bilico? No, se con coraggio e con lungimiranza dei governanti oserà inventarsi nuove strade ma forse anche ridimensionare gli eccessi del suo modo di vivere”, rileva Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Il nostro Paese, è l’auspicio di Emilio Pastomerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), “ripartirà da quei valori che ancora si salvano nella normalità e nella quotidianità della vita. Ripartirà, senza presunzione, più probabilmente da giornali come il nostro che da colossi massmediali che possono scomparire da un giorno all’altro. In una parola, ripartirà dalla gente”.
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