Spaccato in due

 
Di fronte ad una malattia che condanna ogni speranza di guarigione, crollano progetti di vita, sogni, sorrisi. E crolla inevitabilmente la fede. Se poi il male attacca la fede di un giovane, umanamente irrompe la rabbia verso un Dio che ci appare indifferente verso un dolore che ha macerato l’esistenza prima che venisse vissuta.
Ma il libro di Gianluca Firetti testimonia che proprio quella fede oscurata può additare un’alternativa pregna di fiducia… e di vita vera. Il volume «Spaccato in due. L’alfabeto di Gianluca» – scritto a quattro mani con don Marco D’Agostino – esce a brevissima distanza dalla prematura scomparsa del ventenne di Sospiro colpito da osteosarcoma. Una commossa platea di oltre 500 persone, venerdì 13, ha affollato la chiesa del Seminario per assistere alla presentazione, animata da alcuni amici di Gianluca e presieduta dal coautore. Tra le tante testimonianze, un messaggio di Tony, protagonista della serie tv “Braccialetti rossi”.
Le parole che scandiscono l’impervio percorso di accettazione e lotta con la malattia costringono tutti, senza esclusione, a rivedere i propri atteggiamenti verso gli eventi, a ripulirsi dalla superficialità che invade il quotidiano, ad afferrare la vita che ogni giorno riceviamo da Dio per rivestirla di autentica preziosità. Ma, soprattutto, Gian si offre agli altri quale “segno di contraddizione” disarmante, capace di trovare nel suo personale calvario, se non un senso pieno, uno strumento di santità. L’agonia del Crocifisso Gianluca l’ha vissuta su di sé, affidando al silenzio interiore “le notti dell’anima”, mostrando invece al prossimo una forza insospettata che lavorava nell’intimo altrui per riportare all’esterno «il meglio».
Gli amici “bananari” – si comprenderà il riferimento durante la lettura – proprio col sorriso hanno incontrato papa Francesco nel giorno della Madonna di Lourdes: donare il libro ha rappresentato, per genitori e amici, un’occasione per far conoscere al Santo Padre – dopo la lettera scritta da Gian, ricevuta il 18 dicembre scorso – l’altezza spirituale raggiunta dal giovane.
Il volume «chiede a chi sta bene di aiutare chi sta male. A chi sta male di farsi aiutare a star meglio. È un aiuto reciproco. Un “ospedale da campo” come ha detto scherzosamente papa Francesco che a me piace tanto» (dall’introduzione). Il bene ‘contagioso’ che fluiva tra Gian e i tanti al suo fianco ha permesso che tutti sperimentassero il farmaco dell’amore reciproco.
Gianluca era «Spaccato in due», certo, ma non ha mai chiesto che la croce gli venisse tolta; piuttosto, ha rivolto a Gesù la preghiera di smezzarla a metà con lui. Nel giorno dell’Epifania, il ragazzo sente di essere un giovane Cireneo: «noi vediamo quasi sempre l’oro e l’incenso. Oggi, qui, in casa mia, si vede di più la mirra che racconta della Passione e del dolore di Gesù».
Gian riesce a darsi risposte che nessuno, neppure il caro don Marco che lo ha affiancato durante la sua crescente tribolazione, sa trovare. «Perché proprio io?». Davanti alla domanda più lancinante, persino un sacerdote – come ha detto il Papa in visita a Manila – può replicare solo con il pianto e la preghiera. La spiegazione che Gian si fornisce è quella di un santo: «il Signore mi ha messo qui, in questo mondo, perché tutti coloro che mi avvicinano possano capire che la vita non è tutta rose e fiori».
La lucida consapevolezza di Gianluca spacca in due, perché mai inasprita né svincolata da una fede che profuma, pur trafitta da tante spine. «Noi siamo fatti per il cielo. Per sempre. Per l’eternità». Don Marco D’Agostino – divenuto allievo di un giovane maestro di vita – sente di aver intrapreso un percorso di rielaborazione del proprio credo e la conversione che si origina dall’umiltà di «sfogliare il Vangelo» attraverso l’esemplare dignità incarnata da un giovane malato che «è arrivato a una sintesi della sua vita che…

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