Grande attenzione anche alla situazione politica italiana. Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), fa notare: Si comincia a votare le riforme e il mondo politico è in fibrillazione. Sembra proprio che non si voglia a tutti i costi cambiare lItalia. I partiti si spaccano. Partendo dalla scarsa affluenza alle ultime regionali, lAvvenire di Calabria (Reggio Calabria-Bova) evidenzia che la distanza tra cittadini e Stato sta progressivamente aumentando: sembra che i governanti e i governati vivano in un paese diverso. Perciò, per ricucire questo strappo urge una duplice riforma: quella dello Stato e quella dei cittadini. Lelevato numero di astenuti alle ultime elezioni regionali ha suscitato viva preoccupazione. Di questo passo, se le cose non cambiano, arriverà un giorno in cui nessuno andrà più a votare. Un vero guaio per la nostra democrazia, specialmente se si afferma lidea della inutilità di questo strumento partecipativo. Del resto, se i partiti continuano a tradire le aspettative, perché andare a votare?, si chiede Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto). Per Andrea Ferri, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola), tra i molti paradossi emersi dalle recenti elezioni regionali in Emilia Romagna, che hanno fatto versare fiumi di inchiostro, la parte del leone è andata alla abnorme percentuale di astenuti e allobbligo per tutta la classe politica di riflettere sulle cause del fenomeno. Fiato sprecato. Non tanto per ottusità, superficialità o negligenza dei dirigenti di partito, ma soprattutto perché è venuto a mancare il pungolo principale, cioè lequazione meno voti = meno seggi. Senza partecipazione il corpo sociale si sclerotizza e si espone ad ogni malattia. Che fare allora? Bisogna ritornare alla periferia e ridare linfa ai luoghi originari di partecipazione, partendo dai condomini per arrivare ai comuni, ma non basta. Occorre ridare testa alle gambe; riappassionare le persone allascolto, al confronto, al dibattito, sostiene Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). La politica tiene banco non solo con le recenti elezioni regionali. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), parla dellapprovazione del Jobs Act: Si tratta dunque di attendere gli effetti della riforma alla prova dei fatti, confidando che una maggiore elasticità e una maggiore celerità nella complessa macchina del mondo del lavoro portino i frutti sperati entro tempi ragionevoli. Il governo conta di approntare già entro dicembre i primi decreti delegati, in particolare quelli sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova indennità di disoccupazione. Un altro motivo di insoddisfazione per gli italiani è la burocrazia italiana, come ricorda lOra del Salento (Lecce): Questo mostro dai mille tentacoli che assilla incessantemente ogni nostra attività, sia come cittadini, che come imprenditori, che come professionisti e come qualsiasi altro modo di operare nellesistenza umana, è sempre in agguato, con le sue astruse regole, con i suoi rimandi sia temporali che di luogo, con la sua perenne ed incessante sequela di regole che mai sono conosciute appieno e spesso frutto solo di una percezione dello Stato obsoleta e retrograda.