SITUAZIONE ITALIANA

“L’Italia va sempre più a fondo”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla situazione socio-politica italiana. “Gli scandali di vario genere hanno leso la credibilità dei politici e della politica, anche quando è buona politica. Il punto è che non si ragiona più in termini d’ideali”, denuncia Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Ci si muove, invece, “in nome d’interessi, disposti a calpestare ogni regola. I soli interessi coagulano gruppi d’interessi parziali. Il bene del Paese salta e successivamente salta pure il tornaconto individuale e di gruppo. L’attuale crisi lo dimostra”. “Il triste teatrino della politica continua ad andare in scena, con protagonisti sempre più impresentabili, mentre nel frattempo l’Italia va a fondo”, sostiene Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia). La crisi “neppure sotto il solleone dà segnali di arretramento”, scrive Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), evidenziando: “Nei nostri tempi di crisi non è fuori luogo augurarsi che si possa investire, come una risorsa praticabile, su una certa dose di profezia che fa leva sull’equilibrio (perso da troppi)”. L’equilibrio è appunto “profezia, cioè scelta di andare oltre, di cercare il meglio per tutti, di farsi carico di ognuno, di non smarrire la bussola… In fondo – se proiettato all’esterno – l’equilibrio conduce al bene comune, che è traguardo non da poco, paziente ma mirato”. “Questo Paese ha le energie, soprattutto morali, per uscire dalla crisi terribile che frena l’iniziativa anche dei più coraggiosi?”, domanda a sua volta Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), per il quale “questi interrogativi tornano con inquietudine e minacciano il nostro futuro”. La crisi va a braccetto con “tante meschinità della politica” e, intanto, continua “il dramma della situazione economica e sociale che ogni giorno presenta paurosi decadimenti”, sottolinea Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). Infatti, “l’Agenzia di rating Standard & Poor’s ha ulteriormente degradato il nostro Paese alla triplice ‘B’, prossimo alla bocciatura totale” e “Confindustria sta lanciando grida per la costante perdita di competitività delle imprese e la progressiva diminuzione della nostra industria manifatturiera”. E, come se non bastasse, la crisi c’è pure la vergogna del razzismo, di cui parla Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona): “I razzismi continuano a fiorire in tante civilissime zone del ricco Occidente. Non bastano i nominalismi. Occorre educare costantemente al rispetto della vita umana, della dignità umana che è assoluta in tutte le persone viventi, uomini e donne, bianchi e colorati, ricchi e poveri. Senza educazione, i razzismi continueranno a infangare il mondo. E a insanguinarlo”. Avverte, invece, dei rischi connessi alla legge sull’omofobia, che nei prossimi giorni arriverà in aula a Montecitorio, Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste): “Eravamo abituati che a chiudere le chiese, a incarcerare i sacerdoti, a imporre una visione etica delle cose da parte delle istituzioni pubbliche, a dire cosa si debba e non si debba insegnare nelle scuole, cosa si debba credere ufficialmente buono e cattivo fossero i regimi dittatoriali o totalitari. Oggi sono le democrazie, che impongono con la pressione non solo psicologica un nuovo Credo e impongono ai cittadini di scegliere tra la verità delle cose e la legge dello Stato”.

 
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