SITUAZIONE IN ITALIA

Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) rilancia un editoriale pubblicato dal Sir: “L’Italia è approdata solo in anni recenti ad un alto astensionismo, complice la disaffezione verso un sistema politico delegittimato dalle inchieste giudiziarie e sostanzialmente incapace di autoriformarsi. Un recupero degli astensionisti in una dimensione fisiologica sarebbe, a ben pensarci, la soluzione per rendere ancor più accettabile l’Italicum e il suo premio di lista. Se infatti gli elettori tornassero numerosi alle urne, aumenterebbe di gran lunga la reale capacità di rappresentare effettivamente la base elettorale sia del partito vincente sia del principale oppositore”. “L’Italicum è per Renzi uno strumento vincente. In questa fase storica e con questa legge elettorale il premier non ha rivali. Troppo deboli i suoi oppositori a sinistra e troppo squagliata l’opposizione di centro-destra. Matteo potrà quindi continuare nelle sue riforme indisturbato, minacciando elezioni, se necessario, che lo darebbero per vincitore. Ma i tempi cambiano e ciò che è un punto di forza oggi, domani potrebbe diventare un punto di debolezza”, sottolinea Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema). “La neonata legge elettorale è, indubbiamente, la vittoria personale più eclatante di Matteo Renzi”, rilancia il Popolo (Tortona). In occasione delle elezioni amministrative così riflette Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova): “Si pensa spesso che il male e il declino italiano stiano in gran parte nella sfera politico-direttiva della nostra società. Purtroppo questa è una verità molto limitata e parziale. C’è un male altrettanto sottile che si è diffuso e alligna nel tessuto sociale del Paese. La frammentazione che ci sta davanti anche a livello locale è una spia abbastanza eloquente di questo malessere”. Ma in Italia non si parla solo di elezioni. “Nella settimana corrente forse giunge al traguardo la legge che rottama matrimonio e famiglia. Assistiamo attoniti e addolorati ad una rincorsa per passare dal divorzio breve agli accordi prematrimoniali per approdare alle unioni civili. Queste ultime sotto il titolo piuttosto amorfo e furbescamente accattivante nascondono il fenomeno delle nozze gay!”, denuncia Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche). E Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), rincara la dose: “Ecco quindi confezionato con il ddl Cirinnà, a otto anni dalla proposta dei ‘Dico’, un nuovo “Cavallo di Troia” che vuole di fatto equiparare unioni civili e matrimonio. è lecito chiedersi se, di fronte alle fatiche quotidiane delle famiglie, è proprio di questo che il Paese ha bisogno; varrebbe piuttosto la pena aiutarle a svolgere bene il loro compito”. Un altro problema è “la globalizzazione”, che “ha posto al centro l’economia permeando tutti gli ambiti della società, soffocando o attutendo le altre dimensioni umane. Il ‘buon vivere’ – ha ricordato in un suo intervento a Forlì il premio Nobel Amartya Sen – si realizza solo in una società, a più dimensioni e con al centro la persona”, dichiara Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). E che dire della scuola? “Se tutte le scuole cattoliche dovessero chiudere i battenti, hanno misurato i responsabili politici il peso economico che pioverebbe tutto d’un colpo sulle spalle dello stato per provvedere a sedi, materiale didattico e stipendi agli insegnanti necessari per riempire i vuoti? Ci pensi chi non vuole oneri per lo stato e applichi questo principio con la stessa durezza finora dimostrata”, afferma Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia). C’è poi il problema dei migranti: “Solo un supplemento di umanità ci farà aprire gli occhi e il cuore e capire che non s…

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