SIRIA, SERVIZIO RIFUGIATI GESUITI: “CON CESSATE IL FUOCO RIAPERTO CENTRO AIUTI PER 6300 PERSONE”

COMUNICATO STAMPA
05/05/2016
 
Siria, servizio rifugiati Gesuiti: “Con cessate fuoco riaperto centro aiuti per 6.300 persone”.
Cedric Prakash al Tg2000: “Servono medicine e cibo. Ad Aleppo accogliamo tutti senza distinzioni religiose”
 
Roma, 05 maggio 2016 – “Molte bombe sono cadute vicino al nostro centro di distribuzione aiuti, dove abbiamo tra l’altro anche una clinica. Così il team di Aleppo insieme all’ufficio nazionale che sta presso all’aeroporto di Damasco ha deciso di fermare ogni attività. Siamo stati chiusi il 3 e il 4 maggio, ma questa mattina, grazie al cessate il fuoco, abbiamo potuto riprendere il nostro lavoro. Il centro di distribuzione serve circa 6.300 persone della zona di Aleppo”. Lo ha riferito il responsabile relazioni esterne del servizio rifugiati dei Gesuiti di Aleppo, Cedric Prakash, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
Il centro dei Gesuiti, ha sottolineato Prakash, aiuta “sia cristiani che musulmani ma anche gente di cui non sappiamo nulla. Il ‘Jesuit Refugee Service’ non fa distinzioni in base alla religione. Noi serviamo ogni essere umano, in particolare i più afflitti”.
“In molte parti della città, ci hanno detto – ha proseguito Prakash  – ci sono persone bloccate, che non possono uscire. Negli ultimi giorni sono morte circa 300 persone e tante altre sono rimaste ferite”.
“Ora fortunatamente – ha aggiunto Prakash – c’è il cessate il fuoco, ogni tregua è un bene per tutti. Tutte le fazioni in guerra, ovunque siano e da dovunque provengano, fermino le ostilità perché gli attacchi sulla popolazione civile sono al di fuori di ogni negoziazione. Abbiamo inoltre necessità di attrezzature mediche: qui la gente ha bisogno di cure, gli ospedali sono pieni di uomini, donne e bambini che stanno morendo. Il materiale medico deve assolutamente arrivare. La gente è priva di ogni bene, molti sono anche senza cibo”.
“Noi vogliamo la pace, – ha concluso Prakash  – la gente di Aleppo vuole la pace. Preghiamo per la pace, speriamo nella pace, e così la gente siriana.
Perché la guerra e la violenza non sono nell’interesse di nessuno. Speriamo che il cessate il fuoco e la tregua possano continuare e che tutto il popolo possa godere di una pace sostenibile e durevole nei giorni e negli anni a venire”.
 
 
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