SINODO SULLA FAMIGLIA

“Portare il lievito e la luce della fede nelle situazioni più diverse, anche in quelle in cui l’uomo è più ferito”. Questo ha ribadito il Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, come fanno notare i settimanali della Fisc. La Voce Alessandrina (Alessandria) rilancia l’editoriale del direttore del Sir Domenico Delle Foglie: “Il Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia è stato un momento significativo di quella ‘Chiesa in uscita’ evocata da Papa Francesco sin dai primi passi del suo pontificato. Una ‘Chiesa in uscita’ che non ha paura di rimanere ‘incidentata’ nell’incontro con il mondo e che nel solco del Concilio Ecumenico Vaticano II si esercita nello ‘scrutare i segni dei tempi’, non teme il discernimento e l’abbraccio con i feriti. Tutti i feriti dalla vita, anche quelli che sino a ieri ha forse trascurato, mai odiato”. Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), chiarisce: “Occorre uscire dal tempio, prendersi cura delle persone, offrire sempre di più luoghi – come già accade – nelle parrocchie e in tutte le realtà ecclesiali in cui le persone – con famiglia, senza famiglia, con famiglia in crisi… – possano sentirsi accolte e amate e vedano rigenerare la loro vita. Non si tratta di imporre idee dall’alto, ma che la compagnia di Cristo possa veramente farsi accanto alle persone e trasmettere una speranza”. Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), sostiene: “Non possiamo più fermarci nelle chiese, peggio ancora nelle sacrestie. Non è più il tempo di rimanere nel fortino, guardando chi è rimasto dentro. Occorre uscire, andare incontro alle persone, invitarle a seguire un cammino che riempie la vita”. Secondo Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), occorre “fortificare gli ideali e incoraggiare alla testimonianza; ma allo stesso tempo saper curare le ferite in questo grande ‘ospedale da campo’, ridonare speranza a chi è più duramente provato. Evitando – come saggiamente suggeriva il Papa – le opposte tentazioni del rigorismo e del buonismo e tutte le altre che ci allontanano da Dio o dall’uomo”. Per Lucio Bonomo, direttore della Vita del Popolo (Treviso), è “quanto mai necessario che nelle comunità cristiane si porti a conoscenza dei fedeli, il Messaggio finale dei padri sinodali, così carico di speranza e di fiducia verso le famiglie cristiane, nel quale, tra tante belle e consolanti parole, viene anche ricordato agli sposi che ‘l’amore coniugale, unico ed indissolubile, che persiste nonostante le tante difficoltà del limite umano, è uno dei miracoli più belli, benché sia anche il più comune’”. Nel Sinodo dei vescovi sulla famiglia appena concluso Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto) non vede “una accolta di fazioni contrapposte, ma una Chiesa coraggiosa, esposta al vento dello Spirito, capace di camminare sui sentieri aperti del dialogo, dell’interrogativo e della ricerca. Qualcuno ha parlato di Chiesa ‘in uscita’”. Dunque, “piuttosto che immaginare scenari di guerra, più o meno fredda, più o meno dichiarata, tra fazioni contrapposte, è più aderente alla natura della Chiesa pensare ad un fecondo periodo di riflessione, approfondimento, ricerca, a modo dei giorni del Concilio. Una Chiesa capace di comunione, di profezia, di apertura allo Spirito: una Chiesa conciliare, fedele a Dio, fedele all’uomo”. Concorda Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona): “Non è stato un Sinodo di guerra, ma un evento ecclesiale per molti versi nuovo ed esaltante. Certamente le diverse posizioni pastorali tra i padri sinodali sono emerse. Ci si è resi pienamente conto che, pur fedeli tutti nel considerare il matrimonio come sacramento indissolubile fondato sull’unione di u…

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