La prolusione del card. Angelo Bagnasco
I valori non negoziabili indicati dal Papa non sono divisivi, ma unitivi ed è precisamente questo il terreno dellunità politica dei cattolici. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo il 14 ottobre a Reggio Calabria la 46ª Settimana Sociale dei cattolici italiani. È questa ha proseguito il cardinale la loro peculiarità e lapporto specifico di cui sono debitori. Su questa linea, infatti, si gioca il confine dellumano. Su molte cose e questioni ci sono mediazioni e buoni compromessi, ma ci sono valori che non sono soggetti a mediazioni perché non sono parcellizzabili, non sono quantificabili, pena essere negati. La Chiesa, ha ribadito il porporato, non cerca linteresse di una parte della società, ma è attenta allinteresse generale. Proprio perché i valori fondamentali non sono solamente oggetto della Rivelazione, ma sono scritti nellessere stesso della persona e sono leggibili dalla ragione libera da ideologie, condizionamenti e interessi particolari, la Chiesa ha a cuore il bene di tutti, perché deve rispondere al suo Signore non ad altre logiche, forte dellincomparabile ricchezza che ci proviene dalla vicinanza concreta e quotidiana alla gente, cattolici o no, e che, direttamente e tramite i nostri sacerdoti, i consacrati, gli operatori laici, abbiamo la grazia di vivere, nelle 25.000 parrocchie.
Una nuova generazione. È stato detto e ripetuto non in modo retorico né casuale che è auspicabile una nuova generazione di cattolici impegnati in politica, ha proseguito il presidente della Cei: Ciò non vuol suonare come una parola di disistima o peggio per tutti coloro, e non sono pochi, che si dedicano con serietà, competenza e sacrificio alla politica diretta, ha precisato. Nello stesso tempo, però, la Cei auspica che generazioni nuove e giovani si preparino con una vita spirituale forte e una prassi coerente, con una conoscenza intelligente e organica della dottrina sociale della Chiesa e del Magistero del Papa, con il confronto e il sostegno della comunità cristiana. È lora di una nuova cultura della solidarietà tra società civile e Stato, ha esclamato il cardinale: Se ogni soggetto, singoli, gruppi, istituzioni, fa la sua parte, si rinnoverà uno stile, una prassi virtuosa fatta di una solidarietà a tutti i livelli tra loro e ciascuno al proprio interno: si può discutere e confrontarsi anche su cose gravi, ma è possibile un confronto solidale che è tale perché ha di mira non un interesse individuale o di parte, ma il bene armonico di tutti. Si potrà anche cedere, fare passi indietro, rettificare posizioni, ma non sarà mai perdere o sentirsi sconfitti, sarà sempre un andare avanti, perché andrà avanti il Paese, ha commentato il card. Bagnasco.
Laicità, non laicismo. Il compito educativo che è parte integrante della missione della Chiesa è urgente e delicato, ha detto il cardinale a proposito del tema scelto dalla Cei per il prossimo decennio pastorale: Richiede un rinnovato impegno di fiducia, entusiasmo e di alleanze virtuose per il bene non solo delle giovani generazioni, ma della società intera. Aiutare a comprendere e a ricordare, non solo ai ragazzi e ai giovani ma anche agli adulti, che la nobiltà e la maturità della persona passano attraverso la negazione continua dei propri egoismi, il dono di sé, la responsabilità, e che tutto questo e altro ancora richiede impegno e sacrificio, è un imperativo per tutti coloro che hanno a cuore la società e il Paese, ma innanzitutto per i cattolici. Nasce da qui la laicità positiva, che non può essere confusa né con la neutralità né con il laicismo. Come cattolici che amano il loro Paese le parole del cardinal…