SEDUTA STRAORDINARIA DELLA CEC (CONFERENZA EPISCOPALE CALABRA)

 
CONFERENZA EPISCOPALE CALABRA
Il 17 luglio si è svolta a Paola una seduta straordinaria della CEC convocata dal Presidente Mons. Salvatore Nunnari per dibattere su alcuni temi pastorali di particolare urgenza.
Erano presenti tutti gli Arcivescovi e i Vescovi della Calabria, compresi il Vescovo eletto di Locri-Gerace e il Vescovo eletto di Rossano-Cariati.
Ad inizio di seduta il Presidente Mons. Nunnari ha espresso a nome di tutti i Vescovi della Calabria il saluto più devoto e fraterno al Santo Padre Francesco, sottolineando la comune gratitudine dei Pastori delle Chiesa Calabresi per l’indimenticabile Visita compiuta in Calabria, nella diocesi di Cassano allo Ionio; e per il forte messaggio che –in quella circostanza- si è levato dal cuore di Francesco sia per sostenere il cammino di conversione e di rinascita dei detenuti; sia per dare speranza ai giovani e a quanti si ritrovano feriti nella loro dignità per la mancanza di lavoro; sia, soprattutto, per esprimere il dolore della Chiesa per quanti –adorando il dio denaro ed esercitando una persistente e diabolica delinquenza– si pongono di fatto, con la loro pubblica  e peccaminosa condotta di vita, fuori dalla comunità ecclesiale.
Considerando, inoltre, che proprio le forti parole del Papa contro la ‘ndrangheta sono apparse ancora più profetiche in seguito ad alcuni episodi verificatisi in qualche diocesi –episodi che, clamorosamente riportati dai mezzi di comunicazione, hanno causato un diffuso generale sgomento– il Presidente ha esortato tutti i Confratelli Vescovi ad offrire ciascuno la propria riflessione sui problemi legati al fenomeno della mafia in Calabria e sugli atteggiamenti che le comunità ecclesiali devono manifestare di fronte a questa “disonorante piaga della società” che deturpa da fin troppo tempo la vita dei calabresi. 
Il tutto al fine di prendere “decisioni condivise”,  da offrire a tutti, in modo che uno stesso stile di testimonianza cristiana venga vissuto ed incarnato all’interno di tutte le chiese calabresi.
 
La franca e approfondita discussione tra i Pastori ha portato alla determinazione della necessità di una ponderata Nota Pastorale, le cui linee progettuali, già concordate, vengono qui anticipate e verranno ulteriormente approfondite e approvate entro il prossimo mese di ottobre.
Si intende ribadire che la ’ndrangheta è negazione del Vangelo. Essa non è solo un’organizzazione criminale che come tante altre vuole realizzare i propri illeciti affari con mezzi altrettanto illeciti, ma – attraverso un uso distorto e strumentale di riti religiosi – è una vera e propria forma di religiosità capovolta, di sacralità atea.
È un fatto: a partire dagli anni Settanta – riprendendo interventi e pronunciamenti precedenti – , la Chiesa tutta, ha reso esplicita la condanna  delle mafie, accompagnata dall’invito al pentimento ed alla conversione evangelicamente intese. Su questa stessa linea si era già mossa, assieme a diversi documenti delle singole diocesi, la nota Cec “Annunciare il Vangelo della vita nella nostra terra per un futuro di giustizia e carità”, del 2007. Ad essa sono seguiti numerosi interventi collegiali e di singoli vescovi, di grande spessore spirituale e sociale. Tuttavia, dal momento che la questione mafiosa ha assunto nuovi riflessi in questi nostri tempi, i Vescovi calabresi sono convinti della necessità di un intervento ancora più chiaro e deciso:  l’orologio della storia segna l’ora in cui – per la Chiesa – non è più solo questione di parlare di Cristo, quanto piuttosto si essere testimoni credibili di Cristo, luogo della sua presenza e della sua parola. Cosa, questa, che dà ancor più forza al monito del Santo Padre: la mafia non ha nulla di cristiano ed è dunque fuori dal Vangelo, dal cristianesimo, dalla Chiesa. Nella Nota pastorale troveranno spazio indicazio…

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