“ROSSELLA URRU E’ LIBERA”

Al centro degli editoriali anche la vicenda di Rossella Urru, la giovane cooperante sarda rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2011 nel campo profughi saharawi di Hassi Rabuni, nel Sud-Ovest dell’Algeria, e liberata dopo 270 giorni, il 18 luglio. “‘Rossella Urru è libera’. Dall’ottobre scorso – osserva Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche) – era una frase sospirata e attesa ogni volta che giornali o televisione ne parlavano. Era un’attesa che ha tenuto con il fiato sospeso non solo la Sardegna, ma l’intera Italia”. Marco Piras, direttore dell’Arborense (Oristano), è stato “tra i giornalisti che hanno seguito il suo rientro all’aeroporto di Ciampino e nella sua Samugheo. (…) Davanti ai suoi compaesani – riferisce Piras – Rossella ha ricordato Giovanni Loporto – rapito in Pakistan lo scorso gennaio e ancora in mano ai sequestratori – e ha lanciato un appello affinché i popoli oppressi, che vivono quotidianamente nella sofferenza, non vengano ricordati solo in occasione dei sequestri o delle successive liberazioni. Occorre intervenire ‘prima che la violenza diventi l’unica scelta’, ha aggiunto quando un lungo applauso ha interrotto il suo saluto. Grazie a te, Rossella. Con le tue parole e il tuo ritorno, da oggi, siamo tutti più liberi”.

 
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