REGGIO CALABRIA, ARCIVESCOVO:
“HO INCONTRATO E INCORAGGIATO 13ENNE. FAMIGLIA DISTRUTTA”.

Roma, 13 settembre 2016 – “L’altro giorno sono andato a casa della giovane per incoraggiarla ad andare avanti. Ho trovato una famiglia distrutta ma con la volontà di riprendere il cammino nonostante le difficoltà che dovranno affrontare”. Lo ha detto l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito agli abusi sulla 13enne compiuti da un gruppo di giovani a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria.

 
“Parlare di omertà – ha aggiunto l’arcivescovo – è solo una lettura parziale dell’episodio e forse è anche troppo comodo. Ridurre tutta la vicenda solo ad un fatto di ‘Ndrangheta e di gente che non parla perchè ha paura mi sembra troppo riduttivo. In questo paese è esplosa una realtà che vive nel sottobosco: cioè il modo con cui questi ragazzi vengono educati alla sessualità che viene vista come gioco e divertimento”.
 
“Per aiutare la ragazza – ha proseguito l’arcivescovo – bisognerebbe chiudere luci e microfoni perché non sono le indagini giornalistiche ripetute che educheranno la realtà. Bisogna affrontare il problema dal punto di vista educativo, questo impegno deve coinvolgere tutti: Chiesa, istituzioni e la società civile”.
Ai componenti del branco che hanno compiuto le violenze, ha concluso mons. Morosini, “ho mandato a dire attraverso il cappellano delle carceri che devono ripensare non solo a ciò che hanno fatto ma globalmente alle loro vite perché non so fino a che punto hanno percepito il male fatto. Anche loro appartengono a questa società che ha una visione ‘consuma e divertiti’ della sessualità. Avranno il tempo e il modo di ripensare se questo è il modello che domani vorranno proporre ai propri figli”.
 
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