QUANDO L’8X1000 NON CONOSCE FRONTIERE

Tempi duri per l’8×1000, strumento prezioso eppure costantemente in discussione anche per gli errori di pochi che gettano un’ombra sulla maggioranza. Ma tant’è. Quei fondi che arrivano alla Chiesa grazie alla generosità degli italiani non servono solo per il sostentamento del clero ma anche per le opere di culto e per finanziare progetti a favore delle chiese più povere. Ad accompagnare la delegazione Fisc in Terra Santa e a Gaza c’era il direttore dell’Ufficio Cei per gli interventi caritativi a favore dei paesi del terzo Mondo, don Leonardo di Mauro. I progetti attivi in Terra Santa grazie al contributo della Cei con i fondi dell’8×1000 sono una dozzina, come spiega don Leonardo all’inviato del Sir Daniele Rocchi: «Il loro scopo è promuovere, in collaborazione con il Patriarcato latino di Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa, la formazione e lo sviluppo, in modo particolare dei bambini e dei giovani». Abbiamo per questo visto con i nostri occhi come quei fondi sono stati utilizzati, come per la Scuola Sacra Famiglia di Gaza. Un asilo costruito con i fondi Cei e distrutto dai bombardamenti è stato rifinanziato e sorgerà accanto a una struttura dedicata alle donne e voluta dall’Ong “Vento di Terra” con il contributo dell’Unione europea. «La Chiesa italiana, grazie all’8×1000 e alla fiducia che gli italiani hanno verso di lei, riesce ad essere vicina a tutti i Paesi poveri e anche alla Terra Santa. Aiutare i giovani a studiare è importante. Vedere le opere realizzate con i fondi dell’8×1000 rappresenta un incentivo per andare avanti su questa strada». Non solo educazione, anche attenzione ai più deboli come avviene nella Scuola Effetà Paolo VI di Betlemme, specializzata nella rieducazione audiofonetica di bambini e ragazzi palestinesi audiolesi. C’è poi la scuola femminile “Terra Santa” nel quale è partito un progetto di piccola imprenditoria che coinvolge alcune donne. Dai giovani agli anziani: è in fase di realizzazione il Centro giovanile Papa Francesco che sarà punto di incontro tra i giovani cristiani e locali, mentre è già attivo il centro di assistenza agli anziani della Società Antoniana, St. Antony, che supplisce alla mancanza di un sistema sanitario, previdenziale, assistenziale, società gestita da volontari che accoglie anche donne sole abbandonate e offre pasti ai più poveri con una mensa. C’è infine la Scuola professionale Salesiana nella quale studiano quasi 300 ragazzi. Qui è attivo anche un forno, circa 80 famiglie povere ricevono il pane gratuitamente, nei giorni del blocco israeliano era l’unico attivo in città. Tanto altro ci sarebbe da raccontare, lo abbiamo letto nei volti delle persone, rimane scritto nei cuori.
 
Condividi