Ricordando i cento anni dellentrata in guerra (24 maggio 1915), Corrado Avagnina, direttore dellUnione Monregalese (Mondovì), rammenta: Una stagione da disumano disastro annunciato, per tante famiglie private dei loro figli in verdissima età. La Valsusa (Susa) riprende un editoriale del Sir sempre in ricordo dellentrata in guerra dellItalia: Per ricordare il 24 maggio 1915 forse è necessario ripartire proprio dalle parole pronunciate da papa Francesco: La pace è un lavoro, non è uno stare tranquilli. Vittorio Croce, direttore della Gazzetta dAsti (Asti), sottolinea: Ora gli storici danno quasi tutti ragione alla tesi di Papa Benedetto XV: 650mila morti per Trento e Trieste che ci sarebbero forse state date in cambio della neutralità. Dalla prima guerra mondiale alloggi spazia leditoriale di Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini): Sei in Italia, e un attimo dopo in Slovenia. E tutti, spontaneamente, siamo andati col pensiero a quelle migliaia di persone che ogni giorno rischiano la vita, su barconi appena galleggianti, nel tentativo di varcare un confine, sul quale fra cento anni i figli dei nostri figli, dai colori diversi, danzeranno, chiedendosi quanto fossero assurde certe divisioni, frutto solo di interessi che con il cuore delluomo non hanno nulla da spartire, ma solo con il suo portafogli, che comunque un giorno, rimarrà per sempre vuoto.