POLITICA, QUOTE LATTE E REGIONI

“Le divisioni dei partiti e della politica – precisa Voce del Logudoro (Ozieri) – si estendono al governo del territorio. A discapito dell’unità e dell’agire insieme. Si dice ‘forza paris’, ma se ‘insieme’ significa ostacolo alle nostre ambizioni su questo altare sacrifichiamo l’interesse generale delle comunità. Lo sviluppo auspicato, chiesto e promesso può attendere”. E Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), ricorda che “parlare di assenza di politica significa sostanzialmente parlare di mancanza di idee forti da cui nascano progetti credibili per il futuro del Paese e, in sostanza, di uomini credibili capaci d’incarnare le idee e portare avanti i progetti. È questo il vero problema dell’Italia: un’inflazione crescente di politici di fronte a una penuria insopportabile di progettualità”. Sulla stessa linea Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza): “Occuparsi di politica di questi tempi certo non entusiasma, anzi. Il quadro politico nazionale, da qualsiasi punto lo si guardi risulta, infatti, deprimente e preoccupante”. Sulle quote latte “sistematicamente” superate “da nostri allevatori furbetti, con la complicità delle amministrazioni italiane particolarmente comprensive” si concentra l’editoriale della Guida (Cuneo), che parla di “comportamenti fuori da ogni legalità e senza pudore”. Pensa alle celebrazioni per i 40 anni della Regione Piemonte Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), ricordando che “le Regioni sono state, prima di tutto, una grande speranza. Rispetto ad uno Stato nato sul modello napoleonico, come andava di moda 150 anni fa, e che consentiva di governare dal centro attraverso i Prefetti, le Regioni rappresentarono la possibilità di una prospettiva ben diversa: un ‘governo del territorio’ esercitato a partire dal territorio stesso, con capacità decisionali di livello diverso da quelle di Comuni e Province”.
 
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