POLITICA E “CULTURA” DELL’ILLEGALITA’

Su cronache che “fanno abbastanza deprimere e preoccupare per lo scadimento di un senso seppur minimo di dignità del Paese e delle sue istituzioni” si concentra La Cittadella (Mantova), ricordando “le azioni di ‘disturbo’ delle mancate partecipazioni di rappresentanti istituzionali alle celebrazioni del 2 giugno”, “le ragazzate di boicottare l’inno di Mameli” e “l’ennesima gazzarra nei confronti della Costituzione: cattocomunista, inferno burocratico, origine di tanti se non tutti i nostri mali”. “Sembra proprio – evidenzia il giornale lombardo – che il tasso di fratellanza di questo Paese sia in ribasso, ben peggio degli indici economici peraltro non esaltanti. E non è questione di orientamenti politici di un tipo o di un altro. È questione che siamo in prossimità di una soglia critica di coesione sociale minima. Non so se l’abbiamo già infranta, per certo ci siamo pericolosamente avvicinati. Qualche delimitazione netta e chiara bisognerà pur cominciare a tirarla e un po’ più di dibattito, anche all’interno della Chiesa, ci aiuterà in questo compito. Un compito grave e urgente che interpella le nostre coscienze, di cittadini e soprattutto di cristiani”. “In un Paese normale – rimarca il direttore del Ponte (Avellino), Mario Barbarisi – non dovrebbe essere consentito il reato di vilipendio della bandiera. Il tricolore, invece, di recente è stato offeso dalle stesse istituzioni che lo avrebbero dovuto difendere e rappresentare”. “Nel decennio dedicato all’educazione”, il direttore di Vita (Pistoia), Giordano Frosini, invita a riprendere in mano il documento “Educare alla legalità”, denunciando una “cultura” dell’illegalità, dove “il male è tanto diffuso e capillare che anche coloro che vorrebbero cambiare la situazione rimettono la spada nel fodero, considerando l’impresa di molto superiore alle proprie possibilità, forse ormai al di là delle semplici capacità umane”. Alle recenti consultazioni elettorali in Paesi europei dedica l’editoriale La Guida (Cuneo), riconoscendo che “hanno risentito degli effetti devastanti della crisi in corso e delle misure di rigore necessarie per farvi fronte. Ma con la turbolenza innescata dalla crisi si sono intrecciati altri due temi sensibili: quello delle identità nazionali e del rifiuto dell’immigrazione con i suoi corollari xenofobi. Una miscela esplosiva che sta minacciando la tenuta dell’Unione europea”.
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