POLITICA

Nella vita politica – nazionale, regionale, provinciale – “spesso prevalgono i ‘botti’ di presunte idee, ma nessuna di esse verrà mai portata a compimento, tra analisi, studi, ricerche, sintesi, dibattiti logorroici, commissioni, sottocommissioni, ipotesi, stralci, delibere e linguaggi talvolta astrusi quanto indecifrabili. È purtroppo il vizietto di parte delle nostre realtà elettive, indispensabili in ambito democratico, ma presso le quali non si concilia quasi mai nulla, anzi ci si disperde nel vuoto delle parole”, denuncia Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio). “È difficile trarre delle ricette più o meno automatiche di fronte alla crisi e soprattutto allo sconcerto e disillusione dilaganti che sono offerti all’opinione pubblica dall’attuale ‘spettacolo’ della vita politica nazionale. La durezza delle difficoltà economiche e la sempre più inconsistente credibilità della classe dirigente sembrano porre una pietra tombale sopra qualsiasi discorso votato alla speranza e all’impegno e dare campo libero al cinismo, al disimpegno, al sottomettersi rassegnato o compiaciuto del ‘così fan tutti’”, ammette La Cittadella(Mantova), che invita invece ad avere “il coraggio dell’indignazione”, “il coraggio della perseveranza”. “Mai come oggi, forse, il livello di credibilità è stato così basso. È un elemento che deve preoccupare tutti, a prescindere dall’orientamento politico, perché senza un recupero deciso e netto su tale versante uscire dalla crisi diventa un’impresa davvero ardua”, avverte Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza). Sulla crisi economica riflette Il Ticino (Pavia): “La crisi apertasi nel 2007 ha molti aspetti comuni con la crisi del 1968. Anche in questo caso la crisi internazionale ha alla radice una crisi statunitense, ampliatasi a livello internazionale. Una volta ancora è l’Europa che più di ogni altra area sta soffrendo gli effetti della crisi”.
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