POLITICA

Sulla questione morale in politica interviene Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone): “Il fatto è che pure una Repubblica laica, uno Stato non etico, ha bisogno di un’etica condivisa. Non basta rispettare la legalità. Serve anche lasciarsi guidare dai valori fondamentali dell’esistenza. Qualcuno pensa che la democrazia sia poi un’incubatrice di corruzione, perché più tollerante nei costumi e meno severa con i corrotti. Invece è il contrario. Nelle dittature più che combattere il malaffare con la scusante della corruzione si colpiscono i propri nemici. Ma la democrazia per riuscire a tenere sotto controllo i corrotti necessita di una attenta opinione pubblica, di mass media che svolgano il loro compito di controllori del Palazzo. E, lasciateci aggiungere, un humus religioso – diciamo di cattolicesimo – che irrora le coscienze”. “Assunzioni clientelari, appalti truccati e spese gonfiate, consulenze, enti inutili, privilegi e benefici a politici e portaborse, sono soltanto alcuni esempi di una gestione della cosa pubblica dissennata e immorale che, per sostenersi, non solo ha prosciugato le casse dello Stato, ma ha messo a dura prova la tenuta del sistema della sicurezza sociale”, denuncia Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto).S’interroga sullo spostamento dei ministeri al Nord Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza): “Ma di fronte a tutti i problemi con i quali ogni giorno facciamo i conti, davvero l’Italia aveva urgente bisogno di una decisione simile? Non è questo un altro esempio di come la classe politica sia lontana dai bisogni reali e concreti della gente comune?”. Presenza (Ancona) pubblica “un opuscolo che dovrebbe essere del 1998”, in particolare il capitolo intitolato “L’invito ai politici”: “Chi si candida per le elezioni deve essere sostenuto nel coraggio e nella dedizione che si propone. Chi si espone per un servizio così alto di responsabilità merita di poter coniare su tutti quelli che si rendono conto dell’onere che si assume. Avvertirlo perché non sia ingenuo non è la stessa cosa che tarpargli le ali e lasciarlo solo. Se il suo vero scopo è quello di promuovere tutto il bene possibile della città, senza nascondere secondi fini, abbiamo tutti il dovere di farlo esprimere al meglio, mettendolo nella condizione di dedicarsi al futuro della nostra città”. “I meccanismi di una finanza amorale e i loro tragici risvolti sulla pelle di un’umanità sempre più disuguale, sia nel rapporto tra gli Stati che all’interno degli stessi, hanno ribaltato il concetto dell’economia come strumento per soddisfare i bisogni dell’uomo”, osserva il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli).
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