PER SUPERARE LA CRISI

“Non è più epoca di sfilate militanti, né di affollati raduni e tanto meno di proclami pubblici che rischiano semmai di provocare malcelati fastidi – osserva Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova) –. Dalle corsie d’ospedale alle redazioni, dalle aule di tribunale a quelle scolastiche, c’è però forse bisogno anche più di un tempo di laici maturi, che sappiano essere testimoni espliciti del messaggio cristiano attraverso il loro stile di vita e che per questa via offrano un contributo all’intera società italiana”. C’è una grave crisi morale nel Paese, denuncia Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia): “Per venire fuori da questa situazione, bisognerà ritrovare il senso dei nostri doveri, vincere i richiami di un sistema illusorio e distruttivo di quanto avevamo di meglio, riprendere in mano perché diventino la nostra norma di vita i documenti che la società e la Chiesa hanno lasciato nelle nostre mani. Alludiamo in particolare alla nostra Costituzione e al pensiero sociale cristiano. Il compito appartiene soprattutto ai laici”. Per Andrea Ferri, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola), “una delle tentazioni dei credenti oggi – tanto più grande quanto più inavvertita – è quella di incentrare l’attenzione in modo esclusivo o primario sui valori. Pace, solidarietà, difesa della natura, dialogo tra religioni sono temi affrontabili con più facilità, con più facilità condivisibili da ambiti culturali e sociali altrimenti refrattari al cuore dell’avvenimento cristiano. E certamente si tratta di valori che possono divenire per il non credente o l’agnostico occasioni concrete di avvicinarsi a Gesù Cristo, come pure per il credente preziosi impulsi ad una adesione sempre più convinta al Salvatore”. A giudizio di Alberto Margoni, direttore di Verona Fedele (Verona), “un contributo notevole al superamento del vuoto sociale nei termini di una proposta valoriale forte, praticabile e lungimirante, incentrata sul bene comune, è quanto sono in grado di fornire i cattolici. Essi, pur non ignorando le difficoltà dell’attuale situazione, sono chiamati a non lasciarsi trascinare dalla corrente del pessimismo ma ad essere lievito di speranza in una società che appare invece sempre più sazia e disperata”.
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