Papa Francesco

Molti editoriali sono dedicati alla visita del Pontefice a Lampedusa e alla pubblicazione della sua prima enciclica “Lumen fidei” (5 luglio). “Papa Bergoglio non è uno che predica e basta. È uno che agisce in prima persona. Incarna il Vangelo in maniera radicale, a cominciare dal suo stesso modo di vivere. Via tutto quello che non serve. Via ciò che ostacola e non avvicina”: lo sottolinea Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), in una nota ripresa anche dal Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio). “‘Per favore’, ricorda spesso, come a voler indicare che non intende imporre nulla a nessuno. Lui si limita alla proposta cristiana, la risposta possibile a una chiamata individuale, quella che Dio pensa per ogni persona – aggiunge Zanotti -. Si fa guidare dallo Spirito, lo stesso che ha illuminato papa Benedetto quando ha preso la difficilissima decisione di lasciare e i cardinali riuniti nel Conclave quando hanno scelto papa Francesco”. Certo, “lo scossone è forte, per tutta la Chiesa e per ognuno di noi”. Anche Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), sottolinea: “Arrivano due doni al pontificato di Papa Francesco da quello del suo predecessore, e da loro a tutti noi: due doni che proprio in questo mese di luglio si esplicano nella loro travolgente freschezza ed efficacia. Ci riferiamo alla Giornata mondiale della gioventù, in programma a fine mese a Rio de Janeiro – che sarà presieduta da Papa Bergoglio ma che era già stata convocata da Papa Ratzinger, il quale ne aveva anche già scritto il messaggio – e all’enciclica ‘Lumen fidei’, resa nota in questo inizio del mese – la prima di Papa Francesco, ma anche l’ultima di Papa Benedetto che ne aveva già indicato il tema e tracciato le linee. Due grandi doni che possiamo ora toccare con mano in forme e modi diversi, traendone beneficio per noi e per tutti”. “L’emigrante Francesco va nella terra dei migranti”, osserva Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), il quale aggiunge: “Papa Francesco, di ritorno nella sua terra d’origine per le scelte della Divina Provvidenza, s’è reso immediatamente conto che l’accoglienza dei diseredati ha portato con sé troppi scricchiolii. Non ha compreso il perché di tanta resistenza, di tante lamentele, del cinismo politico di chi ha abusato del consenso delle paure invece che educarlo. Riguarda l’Italia questa durezza di cuore e l’intera Europa”. Difesa del Popolo (Padova) e Voce del Popolo (Brescia) rilanciano l’editoriale Sir di Carmelo Petrone, direttore dell’Amico del Popolo (Agrigento), sulla visita del Papa a Lampedusa: “L’avere scelto Lampedusa è già un messaggio forte e chiaro per la Chiesa e se, per assurdo, il Papa non dovesse proferire parola basterebbe il semplice fatto di averla scelta e visitata per ricordare alla Chiesa che essa è prolungamento di Cristo nella storia”. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), mette in luce un altro aspetto dell’insegnamento di Papa Francesco: “‘La Chiesa ha nome Sinodo’. La frase di san Giovanni Crisostomo non potrebbe essere più espressiva” e “Papa Francesco proprio in questi giorni ha parlato della sinodalità che regola i rapporti fra vescovi e Papa e vescovi fra loro”. Una riflessione diversa è quella di Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino): “Il Sud è porta e cerniera delle culture del Mediterraneo: il luogo dove operare scelte strategiche che rispettino l’ambiente e il Creato. Se il Nord del Paese ha precorso i tempi, costituendo il valido esempio, il Sud potrebbe essere il laboratorio di progettualità dove la prima risorsa è il Creato e con esso, come ha ricordato Papa Francesco, l’uomo inteso come genere umano”.
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