PAPA FRANCESCO

Lo stile, le parole e i gesti di Papa Francesco continuano a tenere desta l’attenzione delle testate Fisc. In modo particolare dopo la recente visita pastorale ad Assisi. Nella cattedrale di san Rufino, incontrando il clero, le persone di vita consacrata e i membri dei Consigli pastorali, osserva monsignor Arrigo Miglio sul Portico (Cagliari), “ha detto, tra l’altro, che un vescovo e un parroco non possono guidare la loro comunità senza il Consiglio pastorale. Proviamo a raccogliere anche questa sana provocazione, che non è un’invenzione di Papa Francesco! Sarà uno dei nostri impegni per l’anno pastorale, un primo passo per essere una Chiesa come il Vicario di Cristo ci chiede di essere”. Sempre a san Rufino, annota Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), “il Papa tra i vari consigli ha soprattutto insistito sulla ‘Parola di Dio da ascoltare’ per portarla nelle ‘periferie’. Ed è sceso sul concreto, potremmo anche dire, su un nervo scoperto: ‘Penso al sacerdote, che ha il compito di predicare. Come può riuscirci se prima non ha aperto il suo cuore, non ha ascoltato, nel silenzio, la Parola di Dio? Via queste omelie interminabili, noiose, delle quali non si capisce niente!’. Jorge Bergoglio non fa sconti. D’altronde lui quando parla non annoia mai. Ed è già una lezione efficace per non perdersi nelle parole che oscurano la Parola, ma per andare dritto a ciò che conta”. Carlo Cammoranesi, direttore dell’Azione (Fabriano-Matelica), sintetizza l’incontro con i giovani nella piazza di Santa Maria degli Angeli: Papa Francesco è stato “paterno, amorevole, ma anche autorevole, ficcante. Siamo nella cultura del provvisorio, ci lasciamo dondolare e ammaliare da questa visione della vita, ma ‘Gesù – ha ribadito il Santo Padre – non ci ha salvato provvisoriamente, ma per sempre’. Allora non c’è da aver paura nel compiere passi definitivi, andar dietro alla propria vocazione, sia essa il matrimonio, o la verginità, ‘perché il Signore non ci lascia mai soli’”. Per Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), “Francesco si può definire un Papa conciliare a tutto tondo. La Chiesa delineata da Bergoglio è certamente prima di tutto frutto della sua spiritualità, della sua formazione di gesuita, della sua esperienza di pastore in Argentina, con lo sguardo all’America Latina e alle dimensioni mondiali della povertà e dell’ingiustizia; ma le risposte e le linee che propone per rispondere alle esigenze del mondo moderno sono proprio quelle che il Concilio ha prodotto sotto la luce dello Spirito Santo”.

 
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