OTTO PER MILLE

“A distanza di vent’anni dal suo inizio, il nuovo sistema di sostegno economico alla Chiesa cattolica, noto come otto per mille, comincia a manifestare anche nelle opere il suo volto e la sua validità”, scrive mons. Pietro Farina, vescovo di Caserta e presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, nella prefazione del libro “Firmo dunque dono”, edito da Fisc Servizi e nato dalla collaborazione tra Sir (Servizio informazione religiosa) e Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). “Il volume – spiega don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc – racconta quanto 28 diocesi, grazie ai fondi dell’otto per mille, hanno realizzato in Italia e la Cei in sei Paesi del Terzo mondo. Si tratta di poche esemplificazioni che rendono tuttavia ragione di tante altre opere numericamente ben superiori”. Proprio di questo parla il libro, delle storie dei milioni di beneficiari delle opere realizzate dalle diocesi e dalla Cei in ambiti sociali, culturali ed educativi.

Un nuovo oratorio per la chiesa di Lizzana. Fondi raccolti dall’otto per mille, per esempio, sono stati usati per finanziare i due anni e mezzo di lavori per costruire il nuovo oratorio nella chiesa di Lizzana (Rovereto), nella diocesi di Trento, dove oggi trovano alloggio tutti i gruppi della catechesi, della Caritas, il coro parrocchiale, il bar e le scuole sportive e musicali. Oggi nell’oratorio trascorrono le loro giornate gli anziani che ritrovano finalmente la struttura nella quale sono cresciuti e le famiglie, che riconoscono nella chiesa di Lizzana e nell’entusiasmo del parroco, don Elio Paradisi, un alleato nell’impegno educativo dei loro ragazzi.

Quando la terra trema. I fondi dell’otto per mille sono serviti anche per far fronte alle emergenze, come in Abruzzo, colpito il 6 aprile 2009 da un terremoto che ha devastato L’Aquila e le province circostanti. In quell’occasione, grazie alle offerte confluite sui conti correnti aperti appositamente dalla Caritas e ai fondi stanziati dalla Cei, si sono raccolti 11 milioni di euro, necessari per prestare soccorso e assistenza agli sfollati e per iniziare la ricostruzione della città e la costruzione di nuove chiese, centri educativi e strutture abitative. “È abituale – racconta all’interno del volume mons. Mauro Rivella, sottosegretario della Cei – che la Chiesa intervenga, in Italia e all’estero, quando ci sono delle emergenze, attingendo ai fondi dell’otto per mille destinati alla carità”.

La possibilità di ricominciare. L’otto per mille, oltre ad opere di recupero e costruzione di strutture, serve anche a promuovere e sostenere progetti per la comunità, come “Kairos” per il recupero dei detenuti, realizzato nell’arcidiocesi di Taranto. Quest’iniziativa ha permesso a molte persone, durante la detenzione, di seguire corsi di formazione nel campo della ristorazione, della riparazione di elettrodomestici, della falegnameria e delle nuove tecnologie, come grafica web. Il 70% di loro, finito il corso e scontata la pena, risulta impiegato in questi campi professionali. “L’otto per mille – racconta don Emanuele Ferro, direttore del settimanale diocesano di Taranto (Nuovo Dialogo) – è anche questo: dare la possibilità a chi ha sbagliato di ripartire e ricominciare a vivere”.

Per i più poveri. Numerosi sono stati anche gli interventi nei Paesi del Terzo Mondo: tra questi l’aiuto alla popolazione dello Sri Lanka che il 26 dicembre 2004 è stata travolta dallo tsunami. Gli abitanti di quella regione videro l’onda gigante portarsi via i loro cari (si calcola che i morti siano stati 4.700), gli animali, le abitazioni, le barche e gli attrezzi per lavorare e, soprattutto, qualsiasi speranza nel futuro. In quell’occasione numerose Ca…

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