NOTIZIE DAL MONDO

 Attenzione anche a quello che succede nel resto del mondo. “Siamo sempre più ciechi e muti, distratti e indifferenti dinanzi a quanto avviene a chi professa la fede in Cristo in Siria o in Nigeria, in Corea del Sud o nel Laos”, denuncia Mauro Ungaro, direttore della Voce Isontina (Gorizia), per il quale “da credenti, un aiuto lo possiamo dare da subito a questi nostri fratelli nella fede: è quello spirituale, con la vicinanza nella preghiera”. “Fermatevi! Una sola vita umana vale molto di più dei milioni di dollari che in modo illecito rubate a coloro che fuggono dalla disperazione”: è l’accorato appello che Logos (Matera-Irsina) rivolge a chi si arricchisce sui migranti in fuga. “Almeno l’Europa s’impegna a salvare le vite dei migranti”, afferma il Popolo (Tortona), riprendendo un articolo del Sir nel quale si ricorda che questo “è il risultato più concreto del vertice che registra il rifinanziamento di Triton (triplicate le risorse finanziarie)”. Sul dramma dei profughi e sull’esigenza di accoglierli interviene Nicola Sangiacomo, vicedirettore della Settimana (Livorno): “Occorrerà trovare nuove soluzioni in una città che già sta vivendo una drammatica emergenza abitativa: una potrebbe essere quella di chiedere alle famiglie livornesi, che ne abbiano le possibilità logistiche, di ospitare nelle loro case i profughi a fronte di un indennizzo economico proveniente dai fondi statali destinati all’accoglienza”. Riprendendo una frase di Zygmunt Bauman sulla necessità di dialogo tra i popoli pena la morte, L’Ora del Salento (Lecce), afferma: “L’arte del dialogo sola può consentirci di evitare conflitti senza fine”. Del dramma del Nepal, colpito dal terremoto, si occupa L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri): “Mentre si contano ormai a migliaia i morti, continuano le ricerche dei sopravvissuti e l’aiuto agli sfollati da parte della rete Caritas, grazie alla mobilitazione a sostegno di Caritas Nepal”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), afferma: “Nel mondo le tragedie si rincorrono, quelle provocate dagli uomini (tra queste i troppi morti in mare nell’esodo dai drammi della propria terra…) e quelle ahimè dovute a cause naturali imponderabili come il violentissimo terremoto nel Nepal, dove forse criteri antisismici più moderni avrebbero potuto ridurre ma non certo azzerare l’impatto del disastro”.
 
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