NON SI PUO’ TACERE

“Non si può far finta di niente. Non si può tacere. Da due mesi e mezzo, ormai, è stato emanato il decreto che, da un giorno all’altro, senza preavviso, ha eliminato le agevolazioni postali per giornali, periodici e libri”, aumentando considerevolmente i costi di spedizione. “Un fatto gravissimo che, purtroppo, sta passando sotto silenzio”. È quanto denunciano i settimanali cattolici aderenti alla Fisc (la Federazione che raggruppa 187 testate), in una nota comune, redatta dai direttori del Triveneto, che verrà pubblicata sul numero in uscita di ogni giornale. Il riferimento è al decreto ministeriale del 30 marzo 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 marzo, in base al quale vengono soppresse le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. Il decreto è in vigore dal 1° aprile. Da quel giorno, sottolineano i settimanali Fisc, “si sono svolti alcuni incontri a Roma tra Poste Italiane, Editori e Governo. Incontri che però non hanno prodotto il frutto sperato e nessun accordo è stato raggiunto”.
 
Il punto sulla situazione. “Il 27 aprile – scrivono i direttori dei giornali Fisc – i rappresentanti delle Poste e di alcuni gruppi di periodici (tra cui i settimanali diocesani) avevano delineato i tratti di una possibile intesa che, rispetto alla situazione precedente, prevedeva un aumento delle tariffe in tre anni, a partire dal 2011. Accordo che però non si è perfezionato perché le Poste hanno fatto presente di voler prima concludere la trattativa con la Fieg (la Federazione italiana editori e giornali) che rappresenta le testate alle quali va l’80% di tutte le agevolazioni postali”. Inoltre, aggiungono i direttori, “è mancata anche la disponibilità del governo a garantire almeno una parte dei fondi che finora hanno consentito di attivare le agevolazioni (rispetto ai quasi 300 milioni garantiti nel 2009, l’ipotesi di accordo prevedeva che lo Stato mettesse sul piatto 50 milioni per il 2011, 38 nel 2012 e 28 nel 2013). Ma il Governo ha fatto sapere di non voler stanziare neppure un euro e la trattativa è saltata. Da allora il tavolo non è più stato convocato e, salvo il recupero di 30 milioni per le agevolazioni destinate a sostenere la spedizione di pubblicazioni degli enti non profit, nulla si è più mosso”. Da qui la necessità di “riproporre con forza e chiarezza il problema”.
 
Un fatto gravissimo. “Numerose nostre testate – afferma don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc – stanno soffrendo per questa situazione”. Si tratta di “tanti giornali cattolici nell’intero Paese, giornali che costituiscono una rete informativa positiva, completa e seria sul territorio (circa un milione di copie a settimana) per il bene della società italiana. Sarebbe impensabile una loro chiusura. Sarebbe un fatto gravissimo e antidemocratico perché verrebbe a colpire il pluralismo dell’informazione”. Anche Francesco Zanotti, vicepresidente della Federazione, sottolinea che “questo problema è sensibilissimo per noi e per migliaia di nostri colleghi, ma anche per chi ha a cuore la libertà di stampa. In gioco c’è un bene essenziale per la democrazia. La libertà di espressione passa anche, e in molti territori soprattutto, attraverso giornali come i nostri”. Da qui l’appello di Zanotti a “non togliere ossigeno alla stampa”.
 
Gravi difficoltà. “Le tariffe ora in vigore – viene rimarcato nella nota comune – stanno creando gravi difficoltà a molti giornali, mettendo anche a rischio il loro futuro. La lievitazione dei costi è di grande rilievo e il suo peso si è rivelato ancora più schiacciante perché giunto improvviso e inaspettato, quando le campagne abbonamenti erano già concluse, quando i bilanci di previsione erano già approntati”. Per i direttori, “è necessario che la trattativa riparta subito, prima che l’aumento dei costi p…

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La FISC nasce il 26 novembre 1966 come associazione dei numerosi settimanali diocesani, soprattutto con l’intento esplicito di raccogliere l’eredità culturale, sociale ed ecclesiale delle varie testate sorte già alla fine dell’800, nel solco del Movimento cattolico italiano e alla luce dell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII.

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