NATALE

“Ai nostri giorni, non meno che nel passato, abbiamo bisogno di toccare con mano la speranza del Natale, la gratuità con cui il Bambino Gesù si dona a tutti noi. Ne ha bisogno il cuore dei giovani in ricerca di valori ed esperienze autentiche di vita, ne ha bisogno il mondo del lavoro segnato da incertezza e precarietà che sembrano non voler finire, ne ha bisogno la famiglia affaticata dal carico di responsabilità e da relazioni sempre più fragili, ne hanno bisogno i più deboli e i più poveri che rischiano di scivolare sempre più ai margini”. La riflessione sul Natale pubblicata da Emmaus (Macerata) è del vescovo della diocesi marchigiana, mons. Claudio Giuliodori. Una statuina nel presepe di un ospedale che ritrae un uomo che porta con sé verso la grotta un uomo più anziano che non ce la fa a camminare ispira l’editoriale di Fermento (Brindisi-Ostuni): “Il Dio-che-salva non caccia via nessuno e quell’uomo che si fa carico di trascinarne un altro ha intuito che la salvezza riguarda ciascuno di noi. Sembra quasi si tratti di una scelta educativa: vieni, andiamo insieme”. Da Nicola Paparella, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), l’invito “a guardare in alto, a puntare verso l’azzurro del cielo, senza lasciarci ingannare dai richiami del momento. Può capitare che persino l’uccellino che svolazza nella gabbia possa sentirsi libero, sino a quando non vede l’aquila che svetta al di sopra delle cime dei monti. Per il prossimo Natale, proviamo a confrontarci con le aquile e, se ce la facciamo, proviamo ad aiutare i passerotti perché anch’essi possano gustare l’azzurro del cielo”. Anche Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Libertà (Fossano), riflette sul Natale: “Il Figlio di Dio che si fa debole e fragile a Betlemme ricorda a tutti che ogni debole e ogni fragile va amato, accolto, sostenuto, incoraggiato, circondato di amicizia e di tenerezza”. Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), scrive: “Natale è Natale! Quel dono che ci venne fatto oltre duemila anni or sono è stato e sarà per sempre unico e irripetibile, ma nel ricordo di quell’avvenimento ognuno ha diritto a ricevere un regalo che permetta al cuore un battito di emozione”. Natale viene perché si rinnovi un incontro, sottolinea Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto): “Cristo, che soffre in coloro che soffrono, deve incontrare Cristo, che ama in coloro che amano. Un Dio Bambino per liberare l’uomo dai ceppi dei suoi mali, per condurlo sulla soglia della gioia, della pace e della comunione”. “A Natale, nel cuore della notte viene annunciata la luce, la nascita del Bambino – si legge nell’editoriale della Guida (Cuneo) –. Uno dei segni di gioia e di festa più universali è quello di accendere le luci”. Della “disputa tra Babbo Natale e Gesù Bambino” come “latore di doni” si occupa Agostino Clerici, direttore del Settimanale della diocesi (Como): “Da Babbo Natale noi cristiani potremmo imparare ad essere più gioiosi nell’annunciare il Vangelo. Ma anche Babbo Natale deve andare a scuola, se vuole essere buono. A scuola di Gesù Bambino”.
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