Al centro degli editoriali ancora i Mondiali di calcio, visti da diverse angolazioni. Dalla composizione di alcune squadre europee parte Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini), che pone una domanda: Se gli stranieri sono utili a migliorare il livello sportivo delle squadre nazionali, chi lha detto che non possano giovare anche allo sviluppo sociale, economico e culturale? Sono buoni solo con i piedi?. Il Popolo (Tortona) rilancia un articolo Sir a firma di Nicola Salvagnin: Nei giorni più bui per il calcio italiano – con lamara esclusione dai Mondiali e le tante polemiche al seguito -, un po di consolazione arriva dal conto economico di un settore che movimenta alcuni miliardi di euro: il pallone in Italia non è uno sport, ma un vero business. Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) punta lattenzione, invece, sulle analisi post esclusione dellItalia ai Mondiali: Chi frequenta social network sarà stato certo inondato da post di austeri pensatori che hanno attribuito le svirgolate di Chiellini, in ordine sparso, al Porcellum, alla ndrangheta e alla disoccupazione al Sud, al ventennio berlusconiano, alla poca educazione fisica nelle scuole e tanto altro. Chissà quali straordinari successi avrebbe la povera Italia – aggiunge – se questa splendida carovana di lucidi analisti dei suoi mali, si occupasse degli stessi mali in modo fattivo con intensità giornaliera anche in tempo feriale.