MIGRANTI, DON ZERAI: “IN AUMENTO PARTENZE DA EGITTO. CRISTIANI TEMONO ISIS IN LIBIA”

COMUNICATO STAMPA
27/05/2016
 
Migranti, don Zerai: “In aumento partenze da Egitto. Cristiani temono Isis in Libia”.
Presidente agenzia Habeshia al Tg2000: “Carceri egiziane piene di profughi illegali”
 
Roma, 27 maggio 2016 – “Si stanno intensificando le partenze di profughi dall’Egitto verso l’Europa. Soprattutto eritrei ed etiopi hanno scelto la via egiziana per paura della presenza dell’Isis in Libia. I cristiani in particolare hanno il timore di essere presi di mira dall’Isis”. Lo ha detto Don Mussie Zerai, fondatore e presidente dell’agenzia Habeshia, tra i candidati al Premio Nobel per la Pace, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
“Le carceri egiziane – ha aggiunto don Zerai – sono già piene di profughi perché entrati illegalmente nel Paese. Le autorità egiziane stanno procedendo anche al rimpatrio nei Paesi d’origine. L’Europa ha pagato alcune nazioni, con diversi mezzi e la Cooperazione internazionale, affinché impedissero il flusso in uscita dai loro territori verso il Nord”.
“C’è un flusso di profughi – ha proseguito don Zerai – che sta cercando di raggiungere l’Europa dall’unica porta rimasta semi-chiusa: il mare. Queste persone stanno rischiando molto: maltrattamenti, abusi, sequestri. Ieri ho ricevuto una chiamata da una ragazzo sequestrato per 5 mesi in Egitto che è riuscito a fuggire. Era stato sequestrato insieme ad altre 14 persone ed è stato chiesto un riscatto di 30 mila dollari ciascuno. Due persone sono state ammazzate perché non riuscivano a pagare. Nonostante questi abusi e violenze queste persone tentano di arrivare comunque in Europa”.
“E’ necessario dare un segnale di speranza a queste persone – ha concluso don Zerai – con canali d’accesso legali e corridoi umanitari. E questo l’Unione europea non lo sta facendo. Servono dei canali legali per sottrarre i profughi dalle mani dei trafficanti. E’ la disperazione che spinge questa gente ad affidarsi ad accettare offerte di canali illegali. Se non risolviamo il problema alla radice è come svuotare il Mediterraneo con un cucchiaio”.
 
 
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