MEDIA CATTOLICI

“Non diamo per scontato che i media cattolici ci siano. Meglio, che resistano all’onda d’urto di un mercato che, dal digitale terrestre alla carta stampata, sempre meno garantisce un’informazione libera, autonoma e pluralista. I contributi del Fondo nazionale per il sostegno editoria, solo per citare alcuni dati, sono passati da oltre 240 milioni di euro ai 180 del 2010 ai 90 di quest’anno. Rischiano un centinaio di testate giornalistiche (circa 4.000 lavoratori), tra cui molte realtà non profit”, ricorda Edoardo Tincani, direttore di Libertà (Reggio Emilia-Guastalla), per il quale “sostenere i ‘nostri’ media è da sempre un fatto di appartenenza al territorio e di comunione nella Chiesa”, ma ora “sta diventando anche questione di sopravvivenza”. Sulla questione interviene anche Carlo Cammoranesi, direttore dell’Azione (Fabriano-Matelica): “C’è una parte dell’informazione sana che non può contare sui grossi gruppi editoriali e sui potentati di alto lignaggio e che va salvaguardata perché è quella che rimane più vicina alla gente, alle sue istanze, alle sue speranze”. Sarebbe un peccato perdere tanta ricchezza, come dimostrano tante testate cattoliche: “Tempo di compleanni e di riflessione. Venticinque anni per Emmaus che nasce il 6 ottobre 1986 e 35 anni per Radio Nuova Macerata che vide la luce nell’ottobre del 1976”, ricorda Luigi Taliani, direttore di Emmaus (Macerata), il quale aggiunge: “Siamo in cammino, lungo e affascinante che ci sta conducendo a scenari nuovi dove il cristiano deve sentirsi in missione quanto lo sono coloro che hanno lasciato oggi e in passato il proprio territorio fisico per annunciare il Vangelo, in continenti geografici”.
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