MASTER FISC SICILIA:
“RACCONTIAMO I MIGRANTI”. APERTA LA XXIII EDIZIONE

Non poteva ignorare lo scottante tema dei migranti il XXIII seminario di aggiornamento professionale “Monsignor Alfio Inserra”, destinato agli operatori delle testate Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) e ospitato come ogni anno in Sicilia. È la diocesi di Ragusa a fare gli onori di casa nell’edizione 2014, a cui partecipano 150 operatori dell’informazione provenienti da tutta Italia. I lavori si sono aperti questo pomeriggio con la prima sessione formativa, intitolata “Raccontiamo i migranti”. A portare il saluto introduttivo, nell’auditorium “San Vincenzo Ferreri” di Ragusa Ibla, sono stati il vescovo della diocesi iblea, monsignor Paolo Urso, e il direttore dell’ufficio comunicazioni sociali, Gian Piero Saladino. “Siamo qui, in questa terra laboriosa e produttiva – ha detto Saladino – per discutere del rapporto fra informazione e migranti, per capire senza giudicare, riflettere senza fuggire, rinnovare senza cedere ai cliché e alle mode della comunicazione”. Il vescovo ha espresso ai partecipanti il ringraziamento dell’intera comunità, che ha definito “attenta alle persone e ai cambiamenti, e soprattutto accogliente, qualità che ogni meridionale ritrova nel suo dna”. “Vogliamo – ha aggiunto il presule – che attraverso questo seminario il fenomeno migratorio sia conosciuto nella sua reale accezione, con equilibrio e con passione”.

Alla prima sessione formativa, moderata dal delegato regionale Fisc Giuseppe Vecchio, hanno partecipato il sociologo Salvo Squillaci, il direttore della Caritas di Noto, Maurilio Assenza, e il presidente nazionale Fisc, Francesco Zanotti. Per Squillaci, “parlare di migranti rischia di diventare un luogo comune; ogni giorno ci capita di vedere sui media immagini strazianti che ci colpiscono sul momento, ma poi si dimenticano facilmente”. A volte siamo quasi infastiditi da queste notizie, che si inseriscono fra le tante da cui siamo bombardati quotidianamente. Occorrerebbe invece una “riflessione più approfondita sul fatto che viviamo nel tempo della dissolvenza dei confini, del multiculturalismo e della convivenza di più religioni diverse”. Caratteristica di questa società è la diversità, “condizione di cui abbiamo inconsciamente paura”. E così “la soluzione immediata diventa l’attacco, a cui segue uno stigma pregiudizievole e denigratorio verso i migranti”. “Dov’è finita – si chiede il sociologo – la solidarietà sociale? Come si può recuperare la pietas cristiana?”. Non è facile fornire risposte a queste domande, e proporre soluzioni in una società “sempre più dominata dall’insicurezza collettiva”. È auspicabile però, rileva Squillaci, “recuperare il valore dell’altro” e la preziosità del suo…

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