MANOVRA ECONOMICA

Manovra economica. Al centro degli editoriali dei settimanali Fisc anche la manovra correttiva, con effetto sul 2011 e sul 2012, messa a punto per ridurre il deficit al 2,7% del Pil. “Per la prima volta tra le voci di riduzione di spesa, in vista di una manovra economica – commenta Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia) – si parla di tagli agli stipendi dei parlamentari e dei manager pubblici. Si propone addirittura una sforbiciata del 15% per i primi e del 10% per i manager con stipendi superiori ai 100.000 euro annui. Sperando che non ci siano trucchi, e considerando che l’esempio dovrebbe allargarsi anche alle altre assemblee regionali e locali, questa è una buona notizia, nella direzione richiesta a furor di popolo da lungo tempo e sempre disattesa”. Questa, ricorda Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), “è l’ora della solidarietà civile, sociale, cominciando da chi governa (intollerabili gli stipendi da 150/200 mila euro dei consiglieri regionali) e dalle categorie più abbienti”. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “serve dalla politica un segnale forte e convinto di cambiamento che indichi il recupero del senso della misura e la decisione di porre fine a privilegi insostenibili. Questo segnale dovrebbe essere ben maggiore dell’annunciato taglio del cinque per cento degli stipendi dei politici”. Per far fronte alla crisi, aggiunge Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “il ministro Tremonti intende eliminare drasticamente l’evasione fiscale: una strada giusta e necessaria, da seguire con determinazione. Nella quale i signori della politica devono dare l’esempio, visto che ogni tanto si scopre che qualcuno compra casa evadendo le tasse, e altro ancora. Se tutti pagassero le tasse con onestà, di miliardi per battere la crisi ne occorrerebbero molti meno”. Dalla situazione italiana a quella europea, dove – sottolinea L’Eco del Chisone (Pinerolo) – c’è stata “la prima vittima di questa crisi globale: la Grecia. E l’Europa ha rischiato di naufragare contro questo scoglio”. Con la crisi economica, aggiunge il settimanale piemontese, “stanno venendo al pettine i nodi di un’Europa che si è limitata ad essere un mercato; stanno venendo al pettine le contraddizioni del capitalismo compassionevole che produce disuguaglianze crescenti e che contrasta l’obiettivo dell’Europa politica”.
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