MANOVRA ECONOMICA: SEGNALE IMPORTANTE

“I provvedimenti assunti – scrive Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – impongono sacrifici a tutte le fasce della popolazione… La strada giusta pare sia stata intrapresa, nella speranza che nessuno in Parlamento pensi di imbrigliare provvedimenti duri ma indispensabili… Ora ci vuole il contributo di ciascuno, nessuno escluso, per il bene di tutti”. Per Il Ponte (Rimini), “l’attuale manovra rappresenta un primo importante segnale sulla base dei tre principi fondamentali ispiratori dell’azione del governo Monti, ossia il rigore nei conti pubblici, l’equità degli interventi e lo sviluppo economico. Molto ovviamente resta ancora da fare, come del resto espressamente indicato dallo stesso Monti, e molto si può fare per migliorare vari aspetti della manovra. Complessivamente, però, si tratta di un segnale necessario, anzi ormai indispensabile, nella giusta direzione”. Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), sospende ogni giudizio: “Non siamo certo in grado di fare da subito giudizi sui provvedimenti del governo Monti; il futuro molto presto ci tirerà per la giacca e allora sapremo cosa sta succedendo davvero e in quali acque naviga il nostro Paese”. Secondo Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “la manovra, pur con limiti e carenze, va approvata… Il governo vada avanti con coraggio, nel segno dell’equità per rafforzare la fiducia nel domani. Molte altre scelte non facili, ma decisive, attendono il governo e il Paese”. Con questa manovra, annota Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “Monti lancia anche, in senso positivo, una sfida all’Europa e alle sue istituzioni: la smettano di considerare l’Italia il Paese che si trastulla nei balocchi di una politica inconsistente. Incomincino a vedere l’Italia come un Paese di gente che ha coraggio e voglia di progettare il futuro e di realizzarlo senza spaventarsi di fronte alle difficoltà e ai sacrifici”. Per La Cittadella (Mantova), “è illusorio pensare (e Monti pare tra i primi ad esserne consapevole) che ci sia un singolo provvedimento che in modo miracolistico possa correggere le storture che da una o due generazioni si sono radicate nei costumi, nella prassi e nel modo di pensare di buona parte della nostra società. Occorre il coraggio della lungimiranza e perseveranza dei tempi lunghi che sappiano traguardare il cambio e il passaggio tra generazioni diverse. Lo avremo o ci fermeremo alla prima tappa?”.
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