MANOVRA ECONOMICA

Le testate diocesane continuano, poi, a occuparsi della manovra economica varata dal governo. “Anche chi non è molto addentro nelle manovre della politica economica – nota Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto) – constata che la manovra non è fatta solamente di tagli a spese inutili e di lotta all’evasione e al sommerso. Principalmente è fatta di tagli sulla carne viva del reddito vitale delle nostre famiglie e di settori sociali particolari. Dunque togliendo dalle tasche dei cittadini. Poco importa se questa sottrazione non viene fatta attraverso il metodo spiccio della tassazione ma per vie più complicate. Sempre di soldi sborsati dai cittadini si tratta”. Allora, prosegue Moret, “lasciamo perdere la bugia che non si mette le mani nelle tasche. Eliminiamo questa immagine piuttosto grossolana. Chiedere soldi ai cittadini per il bene comune è il nobile compito dello Stato e contribuire con i frutti del proprio lavoro a promuovere il bene comune è il primo dovere dei cittadini. Controlliamo, invece, attentamente a chi e come questi soldi vengono chiesti. L’importante è che tutta la necessaria operazione avvenga nel rispetto dell’equità e nella massima trasparenza”. In questo momento, aggiunge L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), “servono unità e condivisione, come ha chiesto più volte il presidente della Repubblica”. Per questo, “bisogna avere il coraggio di parlare agli italiani per denunciare che l’egoismo e le furbizie danneggiano tutti, in particolare i più deboli”. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “il tagliare senza una visione di lungo periodo accresce un vissuto di precarietà già considerevole. Le famiglie, le imprese, i singoli fanno sempre più fatica a programmare la propria vita. Non è facile, certo, per chi governa dare certezze, ma chiedere di non alimentare l’incertezza, è il minimo… La precarietà è una delle caratteristiche del nostro tempo, ma non può diventare l’alibi per decisioni anche impopolari che però riescono a dare qualche certezza”. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), sollecita la riattivazione dell’“industria del lavoro per dare ossigeno alle famiglie e anche allo sviluppo dell’economia, chiudendo – in modo visibile – le aspre contese quotidiane fra i due poli della vita politica e parlamentare”. Legata all’attualità economica è anche la questione delle “donne statali in pensione a 65 anni”, su cui interviene Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), per il quale “senza equa solidarietà tra categorie, tra gruppi sociali non si risolve la disparità di genere e neppure di eguaglianza e giustizia sociale”. Altro argomento di attualità è il “riordino della scuola”. Secondo L’Eco del Chisone (Pinerolo), “se andrà in porto non sarà l’evento di un 1º settembre ma un lungo processo dall’esito ancora incerto”.
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