L’ORRORE DELLA VIOLENZA E DELLA GUERRA

“Una serie di violenze che non accenna a diminuire”. È la preoccupazione che accomuna le riflessioni degli editoriali dei giornali cattolici. Il vescovo Marco Arnolfo, dalle pagine del Corriere Eusebiano (Vercelli), invita ad aprirsi “alla solidarietà” di fronte alla situazione di perseguitati e profughi. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), evidenzia: “Grande è il desiderio di pace, alto il grido che si leva da troppe zone del mondo: ma occorre fare i conti con una forza demoniaca che sembra istigare alla violenza”. È “un quadro così fosco”, che “certamente preoccupa. C’è da sperare che i semi di pace gettati in gesti simbolici e coltivati nelle timide tregue appena avviate possano dare presto i frutti e là dove il fanatismo supera ogni immaginazione torni a farsi strada la ragione”. “Alla banalità del male bisogna contrapporre la quotidianità del bene. Così anche una partita di calcio, come quella organizzata dal campione argentino Xavier Zanetti il 1° settembre allo Stadio Olimpico di Roma, che ha messo insieme atleti di tutto il mondo appartenenti a confessioni religiose diverse, è una tessera nel difficile mosaico della pace”, sostiene Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). Di fronte alle violenze che non accennano a diminuire, Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), invita a riflettere, “a partire dalla nostra storia e dalle tanto vituperate ‘radici cristiane’”, su “chi siamo. E se un certo Occidente sembra interessato più a distruggere che a cercare una risposta vera (famiglia, vita…), ai cristiani è chiesto di aggrapparsi con ancora più forza a ciò che dona a loro una identità, l’incontro con Cristo. Il viaggio verso le ‘periferie’, indicate da Papa Francesco, sarà così l’espressione non di gente allo sbando, ma di un popolo in cammino”. Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), a proposito di quanto avvenuto quest’estate con “la guerra tra Israele e Hamas”, “il conflitto in Ucraina” e il “sempre più dirompente genocidio dei fondamentalisti islamici contro cristiani e altre minoranze”, considera ancora “più urgente il dialogo con i musulmani che sono tra noi”, perché “insieme si possa stigmatizzare il male, da qualunque parte provenga”. Infatti, “non può e non deve mancare un aperto confronto sui valori che fondano la propria vita e quella degli altri, andando a ricercare quello che ci unisce e quello su cui dobbiamo collaborare, chiamando per nome ciò che è male e ciò che è bene”. Di fronte all’avanzata dell’integralismo islamico Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), suggerisce: “Non servirà la guerra né la crociata ma il confronto culturale, il dialogo – non la chiacchiera – in senso socratico, che funge da maieutica e fa scaturire la verità. La verità spoglia di illusioni e menzogne. Anche la verità di un islam convertito alla modernità”. Concorda Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste): “Il dialogo interreligioso e i rapporti di solidarietà tra le religioni non favoriscono solo un confronto su temi etici a partire dalle rispettive fedi religiose, ma producono anche una positiva scintilla tra la ragione e la fede che, come due pietre focaie, si sfregano l’una con l’altra”. L’Ora del Salento (Lecce) con una nota di Adelmo Gaetani, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, sottolinea che “diffondere le notizie e le immagini per far comprendere all’opinione pubblica quanto accade è fare informazione, ma mettere in circolo filmati integrali girati dai jihadisti per mostrare come vengono sgozzati i loro nemici, è altra cosa”. Ricordando la visita del Papa a Redipuglia, Bruno Cescon, direttore del
Condividi