L’officina che insegna all’Università

Vittorio Laghi, 75 anni compiuti, è titolare dell’omonima officina meccanica ubicata in via Ravegnana 53 a Forlì. Un capannone seminascosto, a due passi dal centro città. La sua è una bella storia, di quelle che aiutano a guardare il futuro con un pizzico di speranza. Ecco perché la raccontiamo all’inizio di questo incerto 2015.
Nel 2012 la Confartigianato l’ha insignito del titolo di “Maestro d’opera e di esperienza” per i 40 anni di attività; la targa fa bella mostra in officina, ma i suoi operai gli hanno scritto ironicamente a fianco “Mancano 20 anni!”. In effetti Vittorio inizia a lavorare nel 1964 nell’officina del padre Mario, in via Valzania, dove si riparano macchine movimento terra. Ha solo15 anni ma è già pieno di passione e curiosità. Vorrebbe imparare subito il mestiere ma il padre è geloso e non si prodiga negli insegnamenti; così il giovane Vittorio impara i segreti rubandoli letteralmente con gli occhi.
Si reca a domicilio per fare le riparazioni; quando è in difficoltà, chiama il padre che dall’officina lo guida e lo consiglia.
Ha solo 31 anni quando, il 26 maggio 1970 per i postumi di un grave infortunio, il padre muore. Il giovane Vittorio vive un momento di difficoltà. Crea una prima società, con due soci, ma l’esperienza dura poco. Non si perde d’animo: inizia a lavorare nel campo delle turbine; è un settore nuovo e soprattutto non c’è chi le ripara. La sua officina diventa punto di riferimento a livello nazionale. Marchi famosi come Scania, Renault, Compagnia Generale Trattori, si rivolgono a lui che, con una tecnica del tutto nuova, riesce a recuperare turbine destinate al macero. Si arriva fino a 1500 riparazioni in un anno.
L’officina diventa la sua casa. L’odore dei macchinari gli dà energia. Lavora 12-15, fino a 17 ore al giorno. “Quando la macchina va – sorride Vittorio – non la tengo al minimo!”.
La testa è sempre in movimento per ideare e creare strumenti più adatti alle riparazioni. Si rivolgono a lui privati, grandi marchi nazionali e anche università. Quella di Bologna gli invia un particolare di un satellite che non offre tenuta sufficiente se sottoposto ad elevate pressioni e lui lo recupera tramite una corretta saldatura.
Ha equilibrato motori per la Ducati e, dopo il suo intervento, il pilota Checa ha vinto il campionato del mondo nella categoria Superbike. Ha saldato scatole cambio in magnesio per la Ferrari F1.
Nelle pareti dell’officina sono appese lettere di ringraziamento della Marina Militare per gli interventi operati su motovedette.
Dove sta il segreto? Vittorio liquida la domanda con una battuta “Nel mio lavoro, ho il bottoncino del buon senso sempre inserito”.
Non a caso ha affisso nella sua officina una frase attribuita ad Eistein: “Con la teoria si conosce tutto e non funziona niente, con la pratica funziona tutto e non si sa perché”.
Anche sul rapporto costo-lavoro Laghi ha una sua teoria. “A chi mi chiede quanto gli faccio spendere per un lavoro, io rispondo: non lo so. So solo che sono in grado di farlo”.
In questi giorni pur essendo su una sedia a rotelle per una protesi ad una gamba che lo fa impazzire e qualche altro acciacco, è bersagliato da richieste di lavoro. Mentre ci salutiamo mi mostra una sua nuova invenzione che ha permesso di riparare in sede le ‘barchette’ di Mirabilandia.
L’intervista non l’ha cercata e rischia di procurargli altri guai, cioè nuove richieste di lavoro.
“E alla mia età… come si fa?”.
 
di Luciano Sedioli
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