L’ITALIA E LA CRISI

“I pericoli di un disfacimento dell’euro ci sono e non sono neppure così remoti”, avverte Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), secondo il quale “in contesti come questi ci vorrebbero una forte sensibilità, tanta umiltà e un immenso senso dello Stato. L’Italia seppe sfoderare nel secondo dopoguerra, un altro momento terribile, queste doti con i suoi governanti migliori e con un diffusissimo desiderio di rinascita che emergeva in ogni angolo del Paese. Anche oggi siamo su questo crinale: non possiamo permetterci di sbagliare il versante verso il quale orientarci. Prima di tutto, però, sarà decisivo prenderne coscienza”. “All’orizzonte si fa fatica ad intravvedere un uomo dal carisma indiscusso, un politico fine, uno statista preoccupato d’invertire la rotta della nave Italia, ormai prossima agli scogli. La forza di un popolo si vede nella volontà di andare avanti per ricostruirsi ogni qualvolta la sua unità viene minacciata. E noi siamo fatti di questa pasta”, osserva l’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri). “Ritorniamo alla politica, quella dei nostri Grandi, che hanno saputo trarre dalle rovine del nostro Paese la spinta morale e progettuale che ha in esso realizzato una grande potenza culturale e industriale. Quella che non ha mai asservito lo Stato e le sue funzioni a interessi di parte o di categoria ma che ha sognato l’uguaglianza e il benessere di tutti i cittadini grazie all’istruzione, alla responsabilità esercitata sul lavoro, all’assistenza sanitaria, alla previdenza sociale”, si legge sul Ticino (Pavia). “Lo spettacolo offerto quotidianamente dai nostri politici fa trapelare deleterie carenze di formazione e di maturità, portando allo scoperto deficit paurosi di serietà e di coerenza”, sottolinea Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia).Sulla situazione attuale dell’Italia riflette anche Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino):“Tocca solo a noi reagire. Dall’Europa, pur nella sua fragilità, possiamo solo aspettarci che consideri comunque un vantaggio mantenerci ‘dentro’ piuttosto che lasciarci andare alla deriva”. E reagire significa anche per Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), raccogliere le firme per il referendum per abrogare l’attuale legge elettorale: “Un primo passo per scuotere la ‘casta’ e mettere in crisi alcune certezze. In fondo la via referendaria, anche se resta una via straordinaria della partecipazione dei cittadini, anche ultimamente, qualche risultato l’ha ottenuto”. In tempo di crisi i lavoratori sono a rischio, come ricorda la Guida(Cuneo) che si occupa della “mobilitazione dei lavoratori Alpitour, dopo l’annuncio della volontà dell’azienda di spostare sede e uffici a Torino”.
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