L’idolo e l’icona

Sulla Voce degli Italiani (Inghilterra), il direttore Renato Zilio, missionario a Londra, ritorna su “due celebrazioni grandiose che si sono svolte a tre giorni di distanza una dall’altra. Una a Roma, l’altra a Londra, in mondo visione. Il ‘matrimonio del secolo’ di William e Kate, come qui lo intitolavano, e la beatificazione di Giovanni Paolo II. Due eventi diversissimi… ma non troppo. Se uno è un matrimonio che sa di favola, l’altro è un’alleanza luminosa e meravigliosa tra un uomo e Dio”. Secondo Zilio, “i due avvenimenti ci propongono due parole essenziali: l’idolo e l’icona. Due termini dalla stessa origine e dal significato di figura e d’immagine. Tutti e due coltivano lo stesso rapporto di fronte al sacro: un atteggiamento di rispetto e venerazione. E hanno lo stessa relazione con lo sguardo che si fa ammirazione e contemplazione. Vivono, tuttavia, una dinamica assolutamente opposta. L’idolo accentra tutte le forze, l’attenzione e il potere. È autoreferenziale per eccellenza, un accentratore per natura. L’icona, invece, rinvia ad altro, ad un qualcosa di più grande”. Per il direttore, “questa duplice e contrapposta dinamica di idolo e di icona sarà preziosa per valutare qualsiasi situazione, qualsiasi uomo… Si diventa idolo quando ci si arroga ogni forza, ci si identifica in Dio e nella sua volontà. Ma un vero leader sarà sempre un’icona e sarà semplice distinguerlo fra la gente: dal suo stesso sguardo, differente da quello di ogni altro essere. Gli occhi gli brillano perché ha una visione davanti a sé… Respira la speranza e la fiducia nell’altro”. Un’icona “indimenticabile per tutti”, conclude, “fu una semplice bara di legno e un Vangelo posato sopra come una corona sulla testa di un re. Come un canto di Magnificat, che sa umilmente indicare in Dio solo l’unica grandezza”.
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