LETTERE TRAFUGATE AL PAPA

Altro argomento, che attira l’attenzione di molti media in tutto il mondo e di cui si occupano i giornali Fisc, è il trafugamento di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa. “I fatti dolorosi e sconcertanti di questi giorni – osserva Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto) – sono certamente sfruttati da coloro che non credono al mistero di Dio presente nella Chiesa, per decretare ancora una volta la fine di questa che essi ritengono una grande impostura. Per i credenti, invece, questi fatti devono essere un’occasione per riconoscere le loro infedeltà ed errori e impegnarsi con più decisione alla conversione: a ritornare a quell’essenziale che costituisce la vera grandezza della Chiesa, ma anche ad adeguare con tutte le proprie forze a questo volto nascosto anche il suo volto esterno”. Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), evidenzia che “il Papa stesso ha scelto di riflettere pubblicamente sulla sofferenza e il disagio che investono la Santa Sede – e con essa l’intera Chiesa – per questa ‘tempesta’ fatta di notizie trafugate, fiducia tradita, silenzi violati. Come entrare in questa riflessione? La via maestra è quella indicata da Benedetto XVI stesso: sforzarsi di guardare e comprendere quanto accade tenendosi nella prospettiva della fede”. Secondo Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “le carte svelate dimostrano che il Papa non è fuori dalla realtà, come qualcuno vorrebbe far credere, e che, nello stile con cui ha affrontando questa crisi, Benedetto XVI è per noi Pietro, la roccia: sulla sua fede la Chiesa è salva e gli inferi non prevarranno contro di essa”. La Chiesa, afferma Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), “ha conosciuto da sempre tempi difficili e pericoli apparentemente mortali. Ma il Papa ci ha giustamente ricordato, proprio in queste ore, che i venti e le tempeste non potranno mai abbattere la casa saldamente fondata sulla roccia. Tale è la Chiesa (…)”. Per il Ticino (Pavia), “la Chiesa è bella nella varietà delle forme di vita in cui si manifesta: bella nella sua fragilità, bella nella dialettica anche vigorosa in cui si esprime. L’unica condizione è che rimanga umile, che non dimentichi che la luce delle genti è Cristo”. In questo momento, dice Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “dobbiamo stringerci a Benedetto XVI, pregare per lui, fargli sentire la nostra solidarietà e il nostro affetto. Nella speranza che presto la bufera si plachi e che i colpevoli vengano allontanati”. Anche Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), invita a “non lasciare solo il Papa in questo momento” e a “intensificare la nostra fedeltà e vicinanza”. Secondo il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), “per il popolo di Dio e i suoi pastori è questo il tempo – parafrasando la lettera ai Romani – di rinnovare la propria mente per poter discernere la volontà di quel Dio che il cardinale Ratzinger così pregava dopo la denuncia dei mali della Chiesa, nella Via Crucis al Colosseo: ‘Abbi pietà della tua Chiesa… Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi’”. Prendendo spunto dal Sinodo diocesano, il Nuovo Diario Messaggero (Imola) ribadisce che “Gesù avverte che la nostra opera è prima di tutto ‘credere’ in Lui, cioè ‘aderire’ al suo cuore per vivere le realtà della fede nella speranza e nella carità”. Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) pubblica il testo integrale dell’intervista rilasciata dall’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, a “L’Osservatore Romano” del 30 maggio, in cui “la pubblicazione delle lettere trafugate” viene considerata “un atto immorale di inaudita gravità”.

 
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