LE ELEZIONI

“Cattolici alle urne”. Gli editoriali delle testate della Fisc richiamano “la necessità per i credenti di votare con coscienza”. Da cristiani, si chiede Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), “possiamo lasciare la costruzione dell’Europa solo nelle mani di formazioni più o meno ‘politiche’?”. “La fede ci rende consapevoli che l’unità si costruisce come comunione, cioè come dialogo e condivisione, e con la collaborazione di ciascuno”, aggiunge. I settimanali del Triveneto pubblicano un editoriale comune a firma di tutti i direttori: “Come cattolici siamo chiamati a un impegno ulteriore di presenza, per fare in modo che l’Europa non continui a dimenticare – a partire dalla propria legislazione -, le proprie radici cristiane e la reale portata dell’eredità religiosa trasmessale dalle generazioni passate”. Per Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), è “ancora una prova di responsabilità. Ci rivolgiamo anzitutto ai cristiani perché valutino a pieno la serietà dell’impegno loro richiesto in occasione dell’elezione del Parlamento europeo”. “Ci piacerebbe veramente tanto che questa volta fosse la coscienza a votare”: è l’auspicio dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), che invita a essere “coerenti nella nostra vita”, “pensando sempre che, nel segreto dell’urna, la nostra coscienza ci vede, non lasciamola fuori o tra le mura di una chiesa come facciamo con il nostro essere cattolici solo la domenica, quando indossiamo gli abiti del ‘buon cristiano’ e ci battiamo il petto durante la Messa”. Per Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “nel segreto dell’urna ciascuno esprimerà il proprio voto amministrativo e quello europeo. Di ciò, inutile negarlo, ognuno si assumerà la responsabilità. Sarà importante compiere un gesto consapevole: di valenza locale il primo, continentale il secondo”. C’è, a giudizio di Pier Giovanni Trossero direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), “un filo conduttore che potrebbe o dovrebbe ispirare le scelte degli elettori: privilegiare chi intende costruire un qualcosa. Nel senso che in Europa non possiamo più farci governare e dettare l’agenda dai mercati finanziari dimenticando che esistono anche gli europei a ‘diverse velocità’”. Domenica, rilancia Marco Caramagna direttore della Voce Alessandrina (Alessandria), “siamo chiamati ad esprimere un voto. Non farlo significa abdicare ad un diritto-dovere che qualcuno, quasi settant’anni fa, ci ha riconquistato a rischio della sua vita e di quella dei suoi amici. Ed esprimere un voto significa anche scegliere quegli uomini e quelle donne che possono garantirci di essere responsabili del compito che si sono prefissi e che si sentono al servizio della comunità che li ha espressi”. Mai come in questa occasione, afferma Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), “dobbiamo far valere sino in fondo il nostro diritto-dovere di elettori. Chi non va a votare, lascia che a scegliere siano gli altri”. Concorda Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo): “È il momento di dare una mano, con il voto, a chi ci sta provando. In Europa, in Regione, nel nostro Comune. In fondo è questa, quella che sa costruire, la sola Italia che ha un futuro”. Per il Ponte (Rimini), “votare si deve nonostante l’Unione europea faccia fatica e facciano fatica i cittadini a riconoscersi nelle dodici stelle gialle in cerchio in campo blu, perché ormai non ne possono fare a meno. Così come dell’euro. Siamo tutti connessi e interdipendenti”. Riflettendo sulla deriva antiumanistica in Europa, Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona) chiarisce che “è necessario che al Parlamento europeo vengano mandati uomini che credono fortemente nell’importanza di una Europa unita, forte non solo economicamente, ma anche politicamente; e che, allo stesso tempo, siano decisi a distinguersi da quelle forze radicali antiumane e anticristiane che, in questi ultimi anni, sembra abbiano preso in mano prepotentemente…

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