LE ELEZIONI DEL 25 MAGGIO

“Un’occasione di un rinnovato impegno in politica dei credenti per il bene di tutti”. Si avvicina la scadenza elettorale del 25 maggio e i giornali Fisc puntano l’attenzione su questo importante appuntamento con le urne. Dopo “un ventennio di forti contrapposizioni”, per Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “occorre un recupero, inutile negarlo, soprattutto tra i credenti impegnati in politica”. E “stare uniti sui valori: ecco ciò che conta realmente. Facile da scrivere, difficilissimo da realizzare. In gioco c’è il bene di noi tutti, a partire dagli ultimi…”. Eppure c’è il rischio che tanti non vadano a votare, almeno stando ai sondaggi. Il problema, per Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), è che “la politica – lo sappiamo – spesso dà cattiva prova di sé. E allontana la gente”. Invece, servirebbe “una politica che stia a cuore, in tutti i sensi. Che si spieghi sui programmi chiari e nitidi, mancati o realizzati. Che non segua solo l’onda lunga (o ravvicinata) degli schieramenti presunti vincenti, dei personaggi di richiamo, dell’aria che tira. Che sia nutrita di responsabilità, assumendo impegni e rispondendone appieno”. Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), offre un suggerimento agli elettori: “Non votate chi è più bravo a dirvi che in Europa le cose non vanno, o vi dice cosa ‘deve’ fare Bruxelles per noi; scegliete piuttosto chi vi spiega come intende portare la voce del Friuli a Bruxelles e che competenze ha per sfruttare con efficacia i meccanismi europei”. In effetti, l’Europa dovrebbe farsi carico anche di problemi come il continuo flusso d’immigrati che sbarca sulle nostre coste. A Rovigo è arrivata la croce di Lampedusa, ricorda Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo): “Il fenomeno dell’immigrazione di gente che sfugge a fame, persecuzioni e guerre, non può essere solo nostro, dell’Italia. Sarà solo un’impressione, ma in realtà non risulta una vera acquisizione del problema da parte dell’Europa”. Un invito, invece, a usare bene il tempo fino al 25 maggio viene da Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), “senza cadere nel tranello del ‘risultato subito’, ma senza nemmeno cedere all’apatia del ‘tanto non cambia nulla’”. Ma, evidenzia l’editorialista della Cittadella (Mantova), Paolo Lomellini, “il problema di toni e contenuti del linguaggio di molti (non tutti per fortuna) esponenti politici è nuovamente all’attenzione di tutti anche in questa campagna elettorale europea. Per insipienza e opportunismo si può dire ogni sorta di nefandezze e baggianate senza mai assumersi un minimo di responsabilità”. Dalle elezioni europee a quelle locali. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), sottolinea che “fare l’amministratore locale è sempre faticoso e frustrante. Come elettori dobbiamo esserne consapevoli, per questo il nostro voto il 25 maggio è anche un modo per esprimere sostegno e vicinanza a chi si è messo a disposizione delle comunità locali, e per dire che bisogna ripartire dai Comuni”. Di candidati alle prossime elezioni amministrative si occupa Giuseppe Manunta, direttore di Dialogo (Alghero-Bosa): “La speranza è che ognuno s’interroghi sul perché della sua candidatura e verifichi che non sia a scopo individuale, ma collettivo”. In questa situazione, sottolinea l’Eco del Chisone (Pinerolo), “si propone – e per i cattolici dovrebbe essere un dovere – di ripensare a un nuovo umanesimo” per “instaurare un nuovo rapporto tra economia e società, tenendo conto delle progressive scarsità delle risorse naturali e dall’altra dell’esigenza di una distribuzione dei beni più equa ed equilibrata”. Di “lotta aperta ai burosauri” parla Nicola Salvagnin, in una nota pubblicata dal Sir, e ripresa dal Popolo (Tortona).

 
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