L’ATTUALITA’ SOCIO – POLITICA

“Un agosto da patemi d’animo”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati all’attualità socio-politica italiana, contraddistinta “in modo quasi esclusivo dal destino politico di Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva per frode da parte della Corte di Cassazione”. Agosto, scrive Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “si conclude fra mille interrogativi e non indifferenti patemi d’animo: si apre un settembre tutto da decifrare”. Un settembre che avrà a tema, nei primi giorni, la cosiddetta “agibilità politica” di Berlusconi. A tal proposito, Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), sottolinea che “non è necessario essere né buonisti, né forcaioli, ma responsabili. I principi a cui con onestà tutti dovrebbero attenersi sono due. Anzitutto: le sentenze vanno accettate, specialmente quando giungono alla decisione definitiva della Cassazione. Inoltre: se la legge e la Costituzione ammettono la possibilità di ricorso alla Consulta o alla Corte di Strasburgo, non lo si deve negare a Berlusconi. Il 9 settembre, quando il Senato dovrà esprimersi sulla decadenza del Cavaliere, si avvicina. Chiediamo ai partiti di fare in modo che quel giorno non segni la ‘decadenza’ del governo Letta e dell’Italia”. In questo periodo, nota Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “da più parti si è invocato il bene del Paese sopra ogni altro interesse. Si è trattato di dichiarazioni apprezzabili e condivisibili. Poi è cambiato qualcosa, ma il bene comune conserva un valore superiore alla somma dei beni dei singoli. È un bene molto più grande. È un sentire comune per un destino insieme. È proprio quello che stiamo smarrendo da un po’ di tempo. Va assolutamente ritrovato. Prima di tutto”. Concorda Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo), che aggiunge: “Il destino del Paese è in mano a una classe politica in cui, salvo poche eccezioni, non si vede molta propensione al bene comune. La speranza, si sa, è l’ultima a morire, ma la situazione presente non autorizza ottimismo”. Soprattutto, rimarca Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “se si pensa al fatto che si vuole far cadere il governo per motivi che con il bene del Paese hanno ben poco da vedere. Si spera che il popolo italiano abbia la lucidità sufficiente per capire dove sta il vero bene del Paese”. Quella stessa lucidità che Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), invoca commentando la decisione del governo di abolire l’Imu. “Conti alla mano – rileva Frezza – l’abolizione dell’Imu sulla prima casa ha più un valore simbolico che di reale aiuto ai bilanci familiari. Non solo: in proporzione a guadagnarci sono i ceti più abbienti (…). Poi, certo, ogni risparmio è ben accetto. Ma se il contrappasso è quello di vedersi alzare ancora le tariffe comunali – o peggio di veder ridotti i servizi che l’Imu contribuisce a pagare – per la maggior parte di noi il gioco non vale la candela”. Sull’abolizione dell’Imu, collegata alla tenuta del governo, interviene Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), puntualizzando che “se la soluzione alternativa proposta è quella di far saltare il banco e tornare al voto ben vengano Letta e i suoi compromessi”.

 
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