I settimanali diocesani dedicano ampi spazi allattualità politica italiana. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), commentando la decadenza di Berlusconi da senatore, osserva: Ci sono ben altri mali che affliggono lItalia e che non vengono cancellati dalla bacchetta magica della decadenza, come la mancata riforma della giustizia che tutti ritengono necessaria ma che nessuno riesce ad abbozzare, o come lincapacità e linconcludenza che si rivelano, purtroppo, da molto tempo anche negli altri ambiti, che costituiscono nodi cruciali nellasfittica democrazia italiana: le riforme istituzionali, sempre al palo; e la riduzione della spesa pubblica e della pressione fiscale, ambedue sempre, invece, in aumento. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), Berlusconi esce tra le polemiche dal Parlamento, ma non è detto che tutto finisca qui. Lauspicio è che, comunque, il Paese ritrovi un po di serenità e che la conflittualità non si esasperi ulteriormente, perché in questo caso sarebbero i cittadini a pagarne il prezzo. Non è detto che ci sia del meglio, certo cè molto di nuovo nella politica italiana, sostiene Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo), ricordando la decadenza di Berlusconi da senatore, la dissoluzione del Pdl e il potente scossone interno registrato dal Pd. Un invito a non restare spettatori di fronte allo scempio della politica attuale, che ha gettato il Paese intero in una crisi di valori e didentità, viene da Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino): Se vogliamo davvero essere degni di definirci cattolici, dobbiamo posare le pantofole e… salire in campo. Il luogo dellimpegno, il campo, non è certamente solo la politica, ma il sociale di cui la politica è parte essenziale. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), invita i politici a guardarsi allo specchio, ricordando le tante cose che non vanno, come, ad esempio, le tasse: LIci andava eliminata. Venne dunque lImu, che era solo unIci col nome diverso. Ma anche questa andava messa da parte, almeno per la prima casa. Vennero nel frattempo la Trise, la Tasi e la Tari. E ora, a riassumerle tutte, sta per arrivare la Iuc. Bel nome. E bella fantasia. La cosa certa è che noi paghiamo, mentre loro… spendono. La spending review non tocca mai le spese politiche, ma solo quelle a favore della gente: scuola, sanità, cultura, servizi sociali…. Ma, come osserva Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), la civiltà di un Paese si misura, tra laltro, anche dalle sue scuole. O, perlomeno, qui si misura la sua capacità di progettare il futuro, di guardare oltre il ristretto orizzonte della contemporaneità. Ed è questa lampante mancanza di prospettiva, prima ancora della sorte della scuola paritaria, che ci preoccupa di più quando guardiamo allItalia di oggi.