LA TRAGEDIA DI PRATO

I settimanali diocesani dedicano ampi spazi alla tragedia di Prato, dove domenica scorsa (1° dicembre) un rogo nella fabbrica-dormitorio cinese al Macrolotto, alla periferia della città, ha provocato “un’ecatombe”: 7 morti e diversi feriti. “Di fronte a questa ennesima tragedia dell’immigrazione – afferma Luigi Lamma, direttore di Notizie (Carpi) – la reazione deve essere forte e unanime, se no da spettatori si diventa complici. (…) Solo così tragedie come quella di Prato e altre situazioni di sfruttamento potranno essere prevenute ancor prima che represse”. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), riflette: “Occorrevano proprio queste sette morti per risvegliare le coscienze? Ricordiamo la ‘guerra’ di Rosarno di tre anni fa. Il lavoro degli immigrati se non è ‘governato’ dalla legge, prima o poi genera violenza e morte”. Un discorso, questo – secondo Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia) -, da allargare alla “cosiddetta libertà del mercato senza regole e senza controlli”: “Che, si voglia o no, questa finisce col diventare la libertà dell’egoismo, del tornaconto, dell’interesse, del profitto. Naturalmente a scapito di coloro che non hanno forza sufficiente per opporsi al sopruso, non hanno voce per farsi sentire da coloro che hanno in mano le chiavi del potere economico”. Secondo Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “c’è un perverso intreccio tra inadeguatezza di scelte politiche, inefficacia dei controlli, interessi locali e sfrontatezza straniera che alla fine si ritorce – come s’è visto – ai danni dei miseri operai, costretti a lavorare proprio come schiavi. L’intreccio perverso si amplifica e si consolida con le scelte nazionali e internazionali legate agli aspetti peggiori della globalizzazione”. La vicenda di Prato, dice Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), “getta una luce sinistra su molti aspetti dell’immigrazione nel nostro Paese e ci sveglia dall’idea ingenua che basti solo un po’ di spirito di accoglienza per far funzionare bene i flussi migratori”. Per questo, sottolinea Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano), “è ora di dire basta ai cuori che restano insensibili rispetto a un dramma infinito: gente che s’imbarca verso le nostre terre, a ritmo costante, traghettatori senza scrupoli, disattenzione e distacco da parte delle popolazioni europee e soprattutto dai governi che continuano a giocare su numeri per governare, spread, bilanci e poltrone”.

 
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