LA SITUAZIONE SOCIO-POLITICA

“È ora di parlare con i fatti”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla situazione socio-politica italiana, in modo particolare alle riforme che il governo intende mettere in atto. “I primi passi dei nuovi ministri – osserva Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – non appaiono molto spediti. Si ha l’impressione, dalla periferia, che ci sia una sorta di blocco, di timore di sbagliare, forse per accontentare le tante componenti che formano la maggioranza. Ogni nuova iniziativa sembra scontrarsi con gli interessi di questo o quel gruppo politico. Eppure sul tappeto ci sono interventi non più rimandabili”. Anche il capo dello Stato, aggiunge Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “considera questa l’ultima occasione per la classe politica prima di essere delegittimata del tutto. Non sappiamo se è davvero l’ultima campanella. Certo è che il rischio per il sistema democratico, se anche questo ennesimo tentativo costituente dovesse fallire, è molto alto”. Secondo Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), “per tornare ad appassionare i giovani (come gli adulti) alla politica, c’è bisogno non d’insulti e di polemiche ma di tornare, con i fatti, allo spirito che consentì il varo della Costituzione prima e poi la rinascita del nostro Paese”. Toscana Oggi (settimanale regionale) torna a occuparsi dell’attuale legge elettorale, “mentre è pendente davanti alla Corte costituzionale una questione, sollevata con recente ordinanza della Corte di Cassazione, pronunciata il 17 maggio, che ne investe in pieno la legittimità costituzionale”. Ora, si legge nell’editoriale, “la parola spetta alla Corte, ma la Cassazione dà corpo a tutta una serie di rilievi da tempo avanzati dagli osservatori che il legislatore costituzionale e ordinario non potrà ignorare”. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), analizzando la politica italiana “sotto la lente europea”, conclude con un interrogativo: “Oggi dove è finita la (presunta) adattabilità italiana, visto che spesso non si riesce ad andare d’accordo nemmeno sulle cose più semplici e comuni, dominati come siamo, anche involontariamente, dal senso dello scontro fra le parti?”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), si occupa di evasione fiscale, ribadendo che “il nostro Paese continua a vivere di furbizie degli uni contro gli altri, rubandoci a vicenda. E questa è una cruda verità”. La Cittadella (Mantova) riflette sui grandi progetti, avviati sul territorio e ora fermi per la mancanza di finanziamenti economici. Per il settimanale lombardo, “c’è un’indicazione di metodo che può essere utile per tutti: occorre saper individuare pochi progetti prioritari su cui riuscire a ‘fare sistema’, ovvero trovare una convergenza la più ampia possibile tra i vari livelli istituzionali e di rappresentanza sociale”.  

Dalla politica nazionale a quella locale, impegnata in queste settimane nelle elezioni amministrative. Andrea Ferri, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola), commenta il voto imolese, con la rielezione a sindaco di Daniele Manca. “Una parte dell’elettorato cattolico – scrive Ferri – ha dato un contributo di rilievo alla rielezione di Manca. Sarà interessante osservare come saranno distribuiti gli incarichi chiave nella prossima giunta e negli enti, per evitare che anche in questo caso i cattolici imolesi siano stati determinanti per l’elezione, ma irrilevanti nel governo”. Ad Avellino, invece, il 9 e il 10 giugno si tornerà alle urne per decidere chi sarà il sindaco della città. Da Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), un’“unica raccomandazione” ai cittadini: “Non rinunciate a votare, il voto è un diritto e un dovere di ogni cittadino”. Paol…

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