La situazione politica

“Cresce l’astensionismo”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati all’ultima tornata elettorale che ha visto coinvolte parecchie amministrazioni locali. Parla di disaffezione al voto Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo): “Il cittadino non vota, non sceglie, quando acquisisce la consapevolezza che ogni azione dell’espressione democratica più vicina a lui, il Comune, è vessatoria nei suoi confronti e che non c’è nessuno che lo ascolta”. Ovunque, ribadisce Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “cresce l’astensionismo col quale una fetta di italiani vuole mandare segnali precisi a chi amministra: è ora di cambiare marcia e, soprattutto, di mettersi in ascolto di questa Nazione” per ricercare il “bene comune, fin troppo sbandierato e ben poco realizzato”. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), di fronte alla crescita esponenziale del non-voto, rivolge un “appello serio, gridato agli uomini dei partiti e delle istituzioni: si diano da fare per rifondare nel Paese fiducia nelle istituzioni e nei partiti. Senza la quale, per la politica e per l’Italia si preannunziano tempi difficili”. Ma la disaffezione della gente alla politica è legata anche alla corruzione? L’Eco del Chisone (Pinerolo) osserva: “Il dilagare della corruzione, che ha provocato la caduta della credibilità delle istituzioni, ha favorito il diffondersi dell’astensionismo, che esprime una protesta contro la cattiva politica”. Anche Pino Malandrino, direttore della Vita diocesana (Noto), parla di politica, ma puntando l’attenzione sul governo Letta: “Se tutto andrà per il verso giusto, potremmo avere in un prossimo futuro un presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo (presidenzialismo o semipresidenzialismo), un diverso sistema bicamerale (una camera con funzione legislativa e l’altra di rappresentanza delle regioni e delle autonomie locali) e un sistema elettorale coerente con la nuova fisionomia degli organi istituzionali”. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “mentre si discute di riforme istituzionali, sperando che sia la volta buona, emerge all’orizzonte sempre più chiara la prospettiva di una ridefinizione del quadro politico che interesserà inevitabilmente i principali partiti”.

Dalla politica nazionale nuovamente a quella locale. Legge le elezioni amministrative in un contesto più generale, che chiama in causa anche l’impegno dei cattolici, Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia): “L’emergenza data dal segnale dell’astensione anche a Brescia mi pare un campanello da non sottovalutare. Possiamo dare la colpa anche qui al vento nazionale, ma il dato dice che sta venendo meno una cultura civica della partecipazione alla vita pubblica, al politico, e di conseguenza anche al sociale e che a Brescia è sempre fortemente intrecciata con la cultura cattolica. Non è un’esclusiva naturalmente, ma possiamo smettere di fare la nostra parte? Recuperare credibilità è una necessità”. Le elezioni amministrative sono al centro anche dell’editoriale di Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino): “Paolo Foti è il nuovo sindaco di Avellino. Un risultato, quello finale, schiacciante. Molto elevato l’astensionismo, un dato, come sempre, su cui riflettere”. Lucio Bonomo, direttore della Vita del Popolo (Treviso), commentando i risultati elettorali del Comune di Treviso, auspica: “Ci aspettiamo che la nuova Giunta s’impegni a ripensare globalmente il problema del sociale e della solidarietà con i più poveri”.
 
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