LA SITUAZIONE POLITICA

“Serve un sussulto di serietà” per affrontare i “problemi veri” e porre fine a “sterili tatticismi”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla situazione politica italiana. “Enrico Letta, presidente del Consiglio con una maggioranza strana – scrive Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone) -, prova a parlare chiaro alle forze politiche. Ma ripete le fatiche di Sisifo, costretto a spingere un grande masso in cima al monte, che nuovamente rotola in basso”. Così, prosegue la Cittadella (Mantova), “il nuovo esecutivo appare già da subito sospeso tra le cose più urgenti cui guardare per il nostro futuro e la palude improduttiva di un dibattito politico già di per sé miope e in più costretto nei recinti stretti di calcoli piccoli e meschini”. Per questo, riflette Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo), “se è giusto chiedere molto al neonato governo, è saggio non aspettarsi troppo. La vicenda Imu insegna. Una revisione migliorativa di quanto fatto dal governo Monti sarebbe già un bel passo. Insieme alla riforma più necessaria di tutte: quella elettorale”. Netto il giudizio del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli): “Il governo, se la lingua latina fosse tuttora in voga, potrebbe tranquillamente essere definito un ‘monstrum’, cioè ‘un essere che si presenta con caratteristiche estranee al consueto ordine naturale’. Non si sa se – come continua il dizionario Treccani – esso induca ‘stupore o paura’”. Da qui l’auspicio di Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio): “Speriamo che le beghe politiche si rendano consapevoli sia della loro inutilità, sia del freno colpevole che pongono ai bisogni della comunità, principalmente dei più deboli e sfortunati”. Un augurio, questo, presente anche nell’intervista doppia con i senatori Pietro Iurlaro (Pdl) e Salvatore Tomaselli (Pd), che apre l’ultimo numero del mensile Lo Scudo (Ostuni). In questo momento, afferma Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “i credenti devono, più di altri, svolgere un’azione che potremo definire di presidio del tessuto sociale attraverso la solidarietà capillare, costante e diffusa, contribuendo ad abbassare i toni, favorendo i punti d’incontro laddove possibili, senza mai prestarsi al gioco del tanto peggio tanto meglio”. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), argomenta sui “principi non negoziabili” spiegando che “la non negoziabilità dei principi va vista in rapporto alla concezione relativistica che nega ogni fondamento oggettivo della verità. È in questo senso che i principi non sono sottoposti alla discrezione dei singoli. Essi rimangono per sempre un’indicazione e un’imposizione per tutti”. Mentre Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) interviene nel dibattito “sui modi di acquisizione della cittadinanza”, riproposto dalla nomina del ministro Cécile Kyenge, sottolineando che “l’appartenenza a un Paese e a un popolo non può essere una questione burocratica. O è un ‘comune sentire’ oppure non è”. Per Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “quello che veramente stride, oltre all’ambiguità del diritto che si richiama al sangue, è che un bambino nato qui, che abbia frequentato le scuole, che parli solo la nostra lingua, che sia ormai dentro alla nostra cultura e che abbia molti legami di vita con coetanei italiani, debba aspettare fino alla maggiore età per essere riconosciuto cittadino a tutti gli effetti”.

 
Dalle questioni politiche nazionali a quelle locali: si è, infatti, nella fase finale della campagna elettorale per le amministrative del 26 e 27 maggio. Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), ricorda ai “c…

Condividi